A Soverato la movida riprende senza precauzioni: appello del sindaco per un maggiore senso civico

Sabato scorso a Soverato sembrava che il covid-19 fosse ormai solo un brutto ricordo. Lungo la via dei locali notturni sono stati documentati tra via Chiarello e traversa Regina Elena numerosi assembramenti e la quasi assoluta assenza di mascherine.

Purtroppo, non ci rimane che constatare che in assenza di costrizioni da parte delle autorità, le persone e in particolare i giovani non adottano nessuna precauzione al contagio. Qualcuno pensa tutt’ora che il pericolo di contagio provenga solo da lavoratori e studenti rientrati dal nord. Ma non ci dimentichiamo di tutti gli asintomatici che stanziano regolarmente in Calabria (non tracciati perché non presentano sintomi) o di tutti quelli che si sono sottoposti a tampone mesi fa e ancora non hanno ricevuto l’esito dell’esame.

Il primo cittadino, Ernesto Alecci, afferma di aver incontrato i titolari dei locali di questa zona proprio prima del fine settimana incriminato e di averli sensibilizzati al rispetto delle linee guida per la prevenzione del contagio da covid-19.  Sicuramente il messaggio è stato ben accolto e condiviso dalla maggior parte dei titolari, peccato che questi ultimi non abbiano alcuna autorità su quanto accade fuori dalle loro proprietà. Molti di loro si sono detti fortemente preoccupati e chiedono di essere aiutati nel far rispettare queste regole, non tutte obbligatorie certo, ma sicuramente tutte di buon senso. Sebbene da un lato, accolgano con il sorriso e un sospiro di sollievo la ripresa delle attività, dall’altro lato temono che i comportamenti visti sabato sera possano portare ad un focolaio con la conseguenza di un’altra battuta d’arresto. Ricordiamoci che per far ripartire il contagio basta un solo untore.

Il sindaco di Soverato ha chiesto aiuto ai volontari della protezione civile, che non possono però riportare l’ordine pubblico, ma solo cercare di sensibilizzare i giovani, invitandoli a mantenere il distanziamento minimo o a indossare le mascherine. Ma a quanto pare il senso civico e il rispetto della salute del prossimo è comunque venuto meno. Molti, sindaco compreso, cercano di “capire” le ragioni dei giovani e di giustificarli perché hanno dovuto rinunciare a 3 mesi di vita sociale. Una sana vita sociale è un bene prezioso a tutte le età, non solo per i giovani. Anche gli adulti e gli anziani hanno il diritto di uscire e divertirsi senza che i comportamenti dei più giovani li costringano a scegliere se rinunciare alla propria vita sociale o mettere a rischio la propria salute.

Se la libertà acquisita dopo il lockdown non viene tutelata con il giusto comportamento civico è giusto che le autorità vigilino. L’alternativa è rimettere l’obbligo delle mascherine anche all’aperto come è già stato fatto in altre regioni come la Lombardia.

Non dimentichiamoci che è temporaneamente finita l’emergenza clinica del contagio, ma il virus è ancora in circolazione e non aspetta altro che abbassiamo la guardia per colpirci duramente un’altra volta.