
È amore.
Amore vero, incondizionato e naturale, quello che hai addosso, nelle membra, quello che porti con te, in un angolo del cuore, sopito e mai dimenticato.
È questo il tipo di amore che accomuna i giovani delle storie di cui a breve racconteremo.
Sono ragazzi e ragazze che ieri, più che in altre occasioni, hanno deciso di amare così: a distanza.
Di amare mamma e papà senza superare i km di autostrada che li separano, senza poterli stringere, senza poterli toccare, baciare.
Gustare l’abbondante pranzo della domenica con tutti i parenti a tavola.
Senza poter festeggiare con gli amici di una vita, al bar o in casette di fortuna il ”ritorno da su”, perché si sa al Sud si soffre spesso e tanto, ecco perché tutti abbiamo imparato a gioire delle piccole cose, a godere per ogni ritorno, ogni istante trascorso insieme.
Questi giovani non hanno solo amore incondizionato, ma anche intelligenza, senso civico, rispetto per il prossimo e soprattutto, una coscienza.
No, non amano la propria famiglia meno di voi che la notte scorsa le siete corsi incontro, incuranti della concreta possibilità di essere stati contagiati e di contagiare a vostra volta.
La amano, forse, di più: perché per il bene di tutti hanno dolorosamente (no, non permettetevi di credere sia stato facile) deciso di non tornare, di restare a combattere, da soli, contro un nemico che non conoscono.
Soli in delle realtà diverse rispetto a quelle in cui sono cresciuti, soli senza il vicino conforto che la semplice presenza di mamma sa dare, senza la rassicurazione che un solo sguardo di papà sa concedere.
Senza le battute e la leggerezza degli amici.
Senza intavolare con loro qualsiasi tipo di rapporto diretto, concedendosi solo “fredde relazioni tecnologiche”.
Forse perché in situazioni di emergenza quella fredda tecnologia non è poi così fredda se riesce ad unire nel tepore degli affetti, se riesce a strappare un sorriso ad una giovane tirocinante di nome Pamela, calabrese che vive a Milano e che racconta:“Noi giovani, qui, non dobbiamo aver paura di niente. Dobbiamo essere cauti certo, proteggere noi e gli altri, prevenire, ma al contempo continuare a vivere. Quelli che sono scesi ieri notte sono di un egoismo e di un’ ignoranza assurdi. Mi chiedo: veramente siamo così infantili? Responsabilità zero. Per me non è stato facile decidere di non vedere per mesi e mesi i miei, ma so perfettamente che sono responsabile per le mie scelte ed è un mio dovere morale e civico non portare un ipotetico contagio giù. Perché lì ci sono anziani e categorie di persone “deboli” per varie condizioni cliniche preesistenti, che amo e che mai vorrei mettere in pericolo per una mia debolezza! IGNORANZA è questa la parola giusta!“
Perché la fredda tecnologia non è poi così fredda se le tue amiche a più di 1200 km di distanza, ti sanno essere maledettamente vicine. Perché anche se hai 28 anni puoi sentirti piccolo piccolo lontano da casa in una città immensa quale è Milano, come Giuseppe che si sfoga in videochiamata con l’amica di una vita.
Perché lui a Milano è salito per necessità, per permettere a sua sorella di continuare i suoi studi, per dare un po’ di tregua alla madre che lavora sodo, senza mai piangersi addosso da quando lui era poco più che sedicenne ed il suo adorato papà è venuto a mancare. Perché Giuseppe è l’uomo di casa e adesso che il locale dove lavora, in centro, essendo regime ridottissimo potrebbe consentirgli di tornare giù, lui giù non può tornare.
Perché non importa se non vede dal vivo il sorriso di sua madre da Natale o i capelli grigi della sua adorata nonna, sa che è per proteggere loro che sacrificherà il suo ritorno, sa che è la cosa giusta da fare.
Come lo sa Francesco che vive ormai da tanto tempo a Torino, lui lì studia e lavora, perché vuole un giorno essere un ingegnere di successo, ma vuole anche sposare la sua fidanzata dai tempi delle superiori che adesso è in attesa del loro primo bambino, solo lui sa quanto: “vorrei ascoltare il battito di mio figlio, poggiando l’orecchio sul pancione di Eli“, eppure ieri non è corso in stazione a prendere il primo treno utile, non ha chiesto alla sua amata di raggiungerlo e di mettere in pericolo se stessa ed il loro bambino, si è detto deciso a restare e ad amare per davvero.
Oggi il mondo è pieno di odio e di violenza, di cinici e tuttologi seriali, di irresponsabili e persone dell’animo corrotto, eppure è anche pieno di giovani così, di amore così. Quindi è bene dedicare ampio spazio a loro, speriamo che attraverso la divulgazione di queste testimonianze gli atti di amore incondizionato aumentino. Speriamo nell’umanità perché in essa c’è ancora umanità, perché questo è il momento.
Il momento in cui le belle parole devono lasciare spazio ai fatti, perché questo è il momento dell’amore incondizionato.