
Il calvario dei pazienti della Domus Aurea di Chiaravalle non accenna a terminare. Purtoppo i morti tra gli ospiti della struttura sono stati ben 26, una tragedia nella tragedia. La struttura dopo vari scarica barile è stata chiusa e i pazienti trasferiti al Mater Domini di Catanzaro. Alcuni tra i non positivi sono stati ricoverati a Soverato e successivamente trasferiti in altre Rsa.
Conti alla mano i guariti sono 32 molti di loro in dimissioni. Undici tra questi dovevano già essere dimessi martedì per essere trasferiti in una struttura di lungodegenza a Serra San Bruno. Di questi hanno trovato accoglienza nel centro montano solo in tre. La Regione aveva ad inizio emergenza manifestato l’inadeguatezza del San Bruno per affrontare il virus e l’Asp aveva addirittura spostato gli anestesisti da Serra a Vibo. I posti di sub-intensiva promessi da Santelli sono sfumati in un attimo. Dunque il nosocomio non può farsi carico di undici pazienti, purtroppo. Il calvario allora continua e altri tre ex ospiti sono stati dirottati all’ospedale di Vibo Valentia ma sono stati ricoverati nel reparto di Malattie infettive benchè non siano più né infetti né malati. I restanti cinque sono rimasti, invece, al policlinico. Così come il resto degli anziani.<
L’anziana sarà sottoposta ad ulteriore tampone: se fosse positivo sarebbe inequivocabilmente dimostrata la gravità dei fatti”. E ancora: “tale vicenda porta alla luce tutte le falle della gestione da parte della Regione”.
“Il commissario del policlinico ‘Mater Domini’ Giuseppe Zuccatelli dovrebbe pertanto evitare di attardarsi in ingerenze politiche, mentre la presidente Santelli, anziché preferire l’esposizione mediatica alla concreta organizzazione della gestione sanitaria dovrebbe prendere una posizione ufficiale”.
“Quanto al commissario dell’Asp Giuseppe Giuliano che si è reso protagonista di questa vicenda chiedo che tragga le conclusioni e presenti le dimissioni. Di sicuro, andrò avanti fino in fondo affinché ognuno sia chiamato alle sue responsabilità e risponda dell’accaduto”.
Tra liti, incompetenza e preferenze di partito continua la via Crucis degli anziani che nessuno vuole.