Brancaleone Vecchio

Il borgo antico di Brancaleone Vecchio, conosciuto anche come Brancaleone Superiore, rappresenta uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi della Calabria. Situato su una collina a quasi 300 metri di altitudine, questo borgo abbandonato custodisce una storia millenaria che risale al VI secolo d.C., quando si sviluppò attorno alle grotte scavate nella roccia dai monaci che vi si stabilirono. Le tracce della loro presenza sono ancora visibili nelle numerose chiese-grotte, che fanno di Brancaleone Vecchio un luogo unico per la sua storia e il suo paesaggio.

Brancaleone Vecchio

Origini e sviluppo del borgo

Il borgo, originariamente chiamato Sperlonga (dal latino Spelunca, che significa “grotta”), deve il suo sviluppo alla presenza dei monaci Basiliani, che giunsero nella regione con l’arrivo dei monaci greco-ortodossi tra il VIII e il X secolo d.C. Questi religiosi, provenienti dall’Oriente e dalla Grecia, scelsero la zona per fondare comunità monastiche e contribuire alla diffusione del cristianesimo. La loro presenza lasciò un’impronta indelebile nella cultura locale, introducendo nuovi costumi, modifiche linguistiche e influenze religiose. Ciò è visibile nelle grotte e nelle chiese rupestri, molte delle quali riportano incisioni e simboli riconducibili alla tradizione armena.

Tra questi simboli spicca un altare con una croce e un pavone scolpito, figura tipica della simbologia armena, situato in una delle grotte nei pressi della chiesa dell’Addolorata. Un’altra grotta, situata sul versante occidentale del borgo, mostra una croce simile, anch’essa legata a questa antica tradizione. In tutta la zona di Brancaleone Vecchio, si trovano numerose grotte, anche lontane dal centro abitato, che recano iscrizioni o sculture di origine religiosa, testimoniando il ruolo cruciale dei monaci nella storia del borgo.

La struttura del borgo

Brancaleone Vecchio era un paese fortificato, costruito per difendersi dalle incursioni saracene. Il punto più alto della rocca ospitava un castello, probabilmente edificato dalla potente Famiglia Ruffo nel Medioevo. Questo castello, ormai ridotto a rudere, faceva parte di un sistema difensivo più ampio che collegava la zona con altre rovine risalenti all’epoca della Magna Grecia e dell’Impero Romano.

Il paese era strutturato in due nuclei principali. Il primo, situato vicino ai resti dell’antica Chiesa Matrice dell’Addolorata, fungeva da centro religioso e sociale del borgo. Qui si trova anche una suggestiva chiesa rupestre, scavata nel tufo, con al centro una colonna scolpita che rappresenta l’albero della vita, un altro simbolo profondamente legato alla spiritualità orientale. Il secondo nucleo si sviluppava attorno alla Chiesa Arcipretale dell’Annunziata, costruita nel Seicento su un terrazzamento pianeggiante all’ingresso del paese.

Un centro ricco di spiritualità e cultura

La vita del borgo era fortemente influenzata dalla religione, come dimostrano i numerosi monasteri e chiese presenti nella zona. Oltre alla Chiesa dell’Annunziata, il paese ospitava una piazza dove si riunivano i nobili e una seconda, destinata alla popolazione comune. Questa separazione tra le classi sociali rispecchiava l’organizzazione della vita quotidiana del borgo.

Accanto alla chiesa dell’Annunziata, un altro sito interessante è il cimitero sotterraneo utilizzato per seppellire i sacerdoti e le autorità locali. La chiesa stessa, gravemente danneggiata dal terremoto del 1908, conserva ancora le fondamenta e i cunicoli che servivano da luogo di sepoltura.

Terremoti e abbandono del borgo

La storia di Brancaleone Vecchio è segnata da eventi naturali devastanti, come il terremoto del 1783, che distrusse parte del borgo. Un secondo sisma nel 1908 causò danni ancora più gravi, spingendo molti abitanti a trasferirsi verso la costa, dove nacque Brancaleone Marina. L’alluvione del 1953 decretò la fine definitiva del borgo, costringendo le ultime famiglie a lasciare il paese e segnando così l’abbandono totale del centro storico.

Con il trasferimento della popolazione, si svilupparono nuove frazioni, come Razzà e la zona marina, dove si stabilirono i coloni del principe di Roccella. La cappella del principe, dedicata a San Pietro e situata in via Marina, è oggi un rudere, ma un dipinto raffigurante il santo, donato dai principi e restaurato, è conservato nella parrocchia locale.

Rovine e leggende di Brancaleone

Brancaleone Vecchio conserva numerose curiosità e simboli del suo antico splendore. Le campane della chiesa, risalenti al XII secolo, furono rubate nel 1970, ma vennero sostituite grazie al contributo della cittadinanza. Un altro elemento affascinante è il relitto presente nelle acque limpide di Brancaleone Marina, un’attrazione imperdibile per chi visita la zona.

Un luogo da riscoprire

Oggi, il borgo abbandonato di Brancaleone Vecchio è un luogo di grande interesse storico e archeologico. Le sue case in rovina, le grotte monastiche e le antiche chiese offrono un’esperienza unica per chi desidera esplorare un pezzo di storia calabrese, immerso in un paesaggio suggestivo e affascinante. Una passeggiata tra i ruderi permette di rivivere le antiche vicende di monaci, guerrieri e nobili che un tempo abitavano questo borgo, lasciando un’eredità che ancora oggi affascina e ispira.

Brancaleone Vecchio rappresenta quindi un tesoro nascosto, un luogo dove il passato e il presente si fondono, invitando i visitatori a riscoprire un pezzo di Calabria autentica e senza tempo.

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