Bronzi di Riace

La Calabria offre ogni spettacolo della natura e dell’architettura e come spesso abbiamo avuto modo di sottolineare essa è la terra della Magna Grecia e i reperti che ci testimoniano la grandezza della nostra regione sono innumerevoli.

Molti dei quali sono contenuti nel Museo di Reggio Calabria.  Ebbene nel museo esiste una stanza a dir poco speciale, con un risanamento dell’aria costante e con delle particolari luci; ma cosa c’è di tanto speciale in quella stanza da meritare un così accurato trattamento, cosa stiamo proteggendo dal deterioramento del tempo?

La risposta è presto detta:  I Bronzi di Riace!

Siamo nell’Agosto del 1972 quando vengono portati alla luce questi due capolavori di epoca greca che sono il giusto e spettacolare biglietto da visita della nostra regione.

Le ipotesi sugli autori di questo meraviglia sono tante ma nessuna ha ancora trovato conferma. Così come misterioso è stato il loro ritrovamnto ancora più misteriosa è la loro nascita. Tra chi sostiene che si tratti di opere realizzate in tempi diversi qualcuno afferma che la parte superiore della statua A appare alquanto statica, ricordando alcuni modi dello Stile severo della prima metà del V secolo a.C., mentre la statua B, con la sua esatta e naturale presenza nello spazio, sarebbe dimostrazione di quel superamento di rigidezza nella figura, che la scultura greca incominciò a presentare solo nel corso della seconda parte del V secolo a.C.

Altre congetture riguardano poi l’identità delle statute, certamente ci troviamo di fronte a raffigurazioni di divinità greche o di qualche eroe e molto probabilmente il lavoro era stato commissionato da qualcuno benestante poichè il bronzo era un materiale molto costoso.  Incerta è anche la località di provenienza dei bronzi.

I Bronzi di Riace presentano una notevole elasticità muscolare essendo raffigurati nella posizione definita a chiasmo. In particolare il bronzo A appare più nervoso e vitale, mentre il bronzo B sembra più calmo e rilassato. Come se i due bronzi rappresentassero i due periodi della vita di ogni uomo, la vitalità della giovinezza del bronzo A e la calma e la saggezza del bronzo B.  Le statue trasmettono una notevole sensazione di potenza; il braccio piegato de bronzo A suggerisce che il bronzo  sorreggesse uno scudo mentre probabilmente con l’altra mano impugnava un’arma. Il bronzo B ha la testa modellata in modo strano, appare piccola perché consentiva la collocazione di un elmo corinzio. Il braccio destro e l’avambraccio sinistro della statua B hanno subito un’altra fusione, probabilmente per un intervento di restauro antico.  Se non ci siete ancora andati vi consigliamo di andare al museo di Reggio per ammirare, tra le altre opere d’arte del nostro passato, anche la pregievolezza e la maestosità dei #bronzidiRiace.

Nicoletta Esposito