Carfizzi

Carfizzi (IPA: [karˈfiʦʦi]; in arbëreshë Karfici) è un piccolo comune italiano situato nella provincia di Crotone, con una popolazione di 518 abitanti. Il paese si trova a un’altitudine media di 512 metri sul livello del mare, su una collina tra il Parco Nazionale della Sila e la costa ionica.

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Origini e storia antica

Fondazione e Primi Insediamenti

Anche se non esistono documenti scritti o reperti archeologici che testimonino l’esistenza di Carfizzi in epoca antica, il villaggio (latino: Scarfitium o Carfidae), spesso chiamato Scalfizzi, fu fondato dagli abitanti dei tre villaggi di Sancta Venere, Lucrivium (Lu Trivio) e Carfidi. I primi documenti riguardanti il territorio risalgono all’inizio della dominazione angioina (1282-1362), quando, nel 1276, “Lucrivium cum Sancta Venera” vennero tassati per circa 150 abitanti.

Giustizierato e Feudi

I territori di Sancta Venere e Lu Trivio facevano parte del Giustizierato di Valle di Crati e Terra Giordana e furono concessi a vari vassalli. Nel 1284, i feudi appartenevano al cavaliere Petrus Follusus; alla sua morte, nel 1285, ritornarono alla Regia Curia. Nel 1291, re Carlo II d’Angiò concesse a Giovanni Vigerio i casali di “Torlocii, Sancti Leonis, Lutrurii et Sancte Venere”. Nel 1292, Andrea de Pratis divenne infeudato con i casali di “Cutrinii et Sancti Veneris” in Val di Crati.

Passaggi di Proprietà nel ‘400

All’inizio del ‘400, i feudi erano di proprietà della famiglia Morano di Catanzaro, baroni di Cotronei, concessi da Antonio Centelles, viceré della Calabria dal 1437. Il 23 dicembre del 1444, re Alfonso I riconobbe a Giannetto de Morano la successione nei beni feudali paterni, inclusi quelli situati in Cirò e Melissa denominati Santa Venere.

Feudi di Carfidi

Il feudo di Carfidi rimase sotto il controllo della famiglia Morano fino al 1563, quando fu ceduto ai Badolato di Cosenza. Nel 1576, il feudo ritornò ai Morano e, nel 1630, passò ad Aurea Morano. Nel 1640, Orazio Sersale juniore, barone di Belcastro, lo vendette alla famiglia de Filippis. Il feudo rimase alla famiglia de Filippis fino al 1687, quando fu venduto a Scipione Pisciotta di Casabona.

Ultimi Passaggi Feudali

Il feudo di Carfizzi passò al duca di Belcastro Fabio Caracciolo nel 1696 e nel 1697 al patrizio napoletano Scipione Moccia. Il feudo rimase ai Moccia fino al 1766, quando fu venduto a Nicola Malena di Rossano. I Malena, col titolo di marchesi di Carfizzi, mantennero il feudo fino all’abolizione della feudalità da parte di Giuseppe Bonaparte nel 1806.

Periodo Post-Feudale

Riconoscimento e Amministrazione

Con la legge del 19 gennaio 1807, Carfizzi fu riconosciuto come comune del Governo di Strongoli, mentre nel 1811 divenne frazione di San Nicola dell’Alto. Nel 1816 fu trasferito dalla provincia di Cosenza a quella di Catanzaro, mentre nel 1904 divenne comune autonomo.

L’arrivo degli Albanesi

Ripopolamento Albanese

Alla fine del XV secolo, il feudo, appartenente ai Morano, fu ripopolato con persone di origine albanese. Da allora, “Carfidi” comparirà nelle registrazioni dei fuochi, risultando tassato nel 1508 per 23 fuochi albanesi. Nella prima metà del ‘500, “Carfidi” era abitato da circa ottanta Albanesi, raddoppiati nella seconda metà del ‘500. Tuttavia, la popolazione effettiva era probabilmente molto superiore, poiché gli Albanesi smantellavano temporaneamente le loro abitazioni di paglia per evitare tasse.

Passaggio al Rito Latino

Tra il 1662 e il 1666, avvenne il passaggio al rito latino. Il vescovo Vitaliano Marescano scriveva che Carfizzi era abitato da Greci con un proprio principe e un parroco arciprete latino. Oggi Carfizzi ha conservato la lingua, la cultura e le tradizioni albanesi, ma ha perso il rito greco-bizantino.

Gemellaggi e Contatti Culturali

Carfizzi ha stretto numerosi gemellaggi e mantiene contatti costanti con l’Albania. Ogni anno si svolgono visite e scambi culturali tra il paese balcanico e Carfizzi, con manifestazioni teatrali e musicali nel nuovo anfiteatro.

Tradizioni e Eventi

Festival dei Popoli

Durante l’estate, Carfizzi si anima con il Festival dei Popoli, organizzato dall’amministrazione. Durante questo periodo si svolgono manifestazioni folcloristiche, con le donne che indossano costumi tradizionali albanesi adornati di gioielli d’oro.

Festa Patronale

La festa patronale in onore di Santa Veneranda si celebra il 27 luglio, arricchendo ulteriormente la vita culturale del paese.

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