La Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano Martire di Jacurso.

La Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano Martire di Jacurso ha avuto una serie di restauri che si sono susseguiti nel corso degli anni a seguito di eventi catastrofici come il terremoto del 1783. Nel 1877 era stata ricostruita grazie al contributo del comune e dalle offerte della popolazione, ma fu nuovamente distrutta dal terremoto del 1905.

Per poter svolgere le funzioni religiose era stata costruita una baracca in via nazionale, venduta poi nel 1914 dall’avvocato Vincenzo Bilotta, questo ci fa capire che la Chiesa in quel periodo era già stata ricostruita.

Nel corso degli anni sono stati attuati vari interventi: l’altare maggiore ha subito diversi restauri, inizialmente era dedicato a San Sebastiano Martire, successivamente vennero posti 3 Santi: San Sebastiano, l’Addolorata e il Sacro Cuore, in seguito è stato inserito il quadro raffigurante San Sebastiano Martire, per poi arrivare ad oggi dove al centro dell’altare vi è Gesù Crocifisso.

Ph. Don Giuseppe Gigliotti

Non si sa con esattezza quando i Jacursesi abbiano deciso di dedicare la chiesa a San Sebastiano Martire, nell’archivio parrocchiale, risulta che agli inizi del 1700 la Chiesa Matrice era dedicata a San Sebastiano e nel 1740 era già il protettore.

La Struttura della Chiesa

La chiesa si eleva su un sagrato alla stessa quota di piazza San Giovanni, mentre l’asse viario scende improvvisamente lasciando il sagrato ad un livello molto più elevato.

L’edificio a due navate, una centrale più grande e una laterale a destra di dimensioni pari alla metà della centrale, si caratterizza da una facciata asimmetrica, divisa in due ordini, delimitati da cornici, sorrette da lesene con capitelli.

Si riscontra la presenza di due ingressi con portali lignei e due finestre rettangolari per permettere alla luce di entrare e illuminare l’aula liturgica.

Il portale d’ingresso principale, accessibile mediante dei gradini, è inquadrato da due lesene più piccole con capitelli e sormontato da un architrave spezzato con al centro un riquadro ad oggi tamponato, in origine sede probabilmente di una finestra o di una lapide marmorea.

La sommità della facciata si conclude con un timpano avente al centro una cornice quadrilobata con una decorazione a basso rilievo, raffigurante una croce curvilinea con l’iscrizione “AMO TE CHRIST”, due frecce sul lato destro, una palma sul lato sinistro, simboli del martirio di San Sebastiano e  un libro aperto con due croci laterali che s’intreccia all’estremità della croce.

Sul culmine del prospetto un plinto sostiene un elegante croce in ferro battuto.

Sul lato destro della chiesa sono visibili altre quattro finestre, l’estremità della torre campanaria con due monofore per le campane, un altro ingresso secondario e una lapide marmorea commemorativa dei caduti in guerra durante la Prima Guerra Mondiale, datata 24 maggio 1920.

La chiesa presenta una pianta longitudinale a croce latina, con all’interno una muratura semplice e lineare, con cornici laterali sorrette da lesene, un soffitto coperto da un tavolato in legno, una cantoria in legno con scale per l’accesso alle campane, una copertura con tegole e una pavimentazione in marmo.

Sul lato sinistro fanno da padroni due altari caratterizzati dalla presenza della statua della Madonna Addolorata del 1906 e sull’altro altare con decori in stucco, troneggia la statua dell’Immacolata Concezione, incoronata per la prima volta dal vescovo di Nicastro il 1 ottobre del 1955 e chiamata dai jacursesi Madonnina della Primavera.

Sul lato destro invece la presenza di tre arcate permettono l’accesso alla navata laterale, caratterizzata da un altare marmoreo su cui troneggia la statua della Madonna di Fatima frutto dei lavori di restauro nel 2016.

All’interno sono custodite diverse statue: San Giuseppe, San Francesco d’Assisi, Sacro cuore datato 1911 e realizzata dallo scultore leccese G. Malecore. Tali statue sono state oggetto di restauro nel 2013 dal Prof. Antonio Pellegrino di Nicastro; Santa Lucia acquistata nel 1968, una copia della Madonna Addolorata in vetroresina e un Cristo Morto usati per la processione del Venerdì Santo.

Lungo tutto il perimetro delle pareti sono collocate i 14 quadri della via crucis acquistati da Giuseppe Braccio nel 1962.

Sul lato destro del presbiterio vi è collocata la statua del Santo patrono San Sebastiano, di cui quest’anno ricorrono i 100 anni dall’acquisto, infatti fu Domenico Trino che il 21 luglio 1921 l’acquistò in segno di ringraziamento al Santo Patrono a cui era molto devoto, per essere uscito illeso da un incendio divampato nella sua camera da letto a causa di una pipa lasciata accesa sul comodino, dove vi era posta anche l’immaginetta del Santo, che rimase integra.

L’altare principale con forme curvilinee in marmo giallo, verde e bianco di Carrara, frutto dei lavori di restauro del 2000, è preceduto da due amboni in marmo, ed è sormontato dalla statua di Gesù morto in carta pesta inchiodato ad una croce lignea, inquadrato in una cornice in stucco.

La chiesa nel corso del tempo fu soggetta a diversi restauri che la trasformarono radicalmente, infatti anticamente l’altare era impreziosito dalla presenza all’interno di nicchie della statua di San Sebastiano al centro, dell’Addolorata a destra e del Sacro cuore a sinistra. Negli anni ’70 con il sopravvento del nuovo parroco l’altare fu mutato e impreziosito con la presenta di un quadro rappresentate San Sebastiano, datato 1984 del pittore Maurizio Carnovale, infine negli anni 2000 altri due restauri modificarono l’aspetto della chiesa portandola allo stato attuale, con l’apertura della navata laterale, chiusa negli anni ’60, che con la costruzione di un solaio, venne adibita la parte superiore a sala per “l’Azione Cattolica”, mentre quella inferiore divisa in due stanze era usata come sagrestia e ripostiglio.

Inoltre, all’interno, la chiesa custodisce un antico fonte battesimale in pietra.

La leggenda

Diversi sono i racconti che sono stati tramandati fino ai giorni nostri, uno di questi racconta che:

“Durante una guerra, i nemici stavano per arrivare nel centro abitato, così i Jacursesi posero in località “Santa Maria” San Sebastiano Martire e la Madonna della Salvazione. Ad un certo punto gli alberi si tramutarono in soldati. Gli abitanti videro un giovane ragazzo che sparava sui nemici senza caricare l’arma per farli allontanare e una donna che dava da bere e assisteva i soldati. I nemici, impauriti, scapparono e non tornarono più”.

I Jacursesi identificarono San Sebastiano Martire e la Madonna della Salvazione in quei due giovani.

Il miracolo di San Sebastiano Martire

Il Sacerdote Antonio Panzarella nel libro dei Battesimi dal 1868 al 1901 descrive un miracolo avvenuto a Jacurso ad opera di San Sebastiano Martire.

“L’anno del Signore 1876 il giorno nove del mese di settembre alle ore 12, il paratore del Comune di Girifalco, a nome Michele Longo, trovavasi sul cornicione superiore in cornu epistolae quando ad un tratto distaccasi dal muro, detto cornicione, e l’infelice Michele Longo non trovando mezzo veruno, per salvarsi, chiamò il nome di San Sebastiano dicendo, San Sebastiano mio aiutami, ed oh stupendo prodigio, a tale invocazione restò appeso al dirupo cornicione senza veruno appoggio per circa un’ora finché si poterono unire più scale per farlo scendere, ed in tal dimora il Longo sentiva dietro le spalle una mano invisibile che lo sosteneva.

Sia lode, dunque, al nostro protettore San Sebastiano Martire per tutti i secoli dei secoli. Così sia. Antonio Arciprete Panzarella.”

La festa patronale

Ph. Cinzia Dattilo

La festa patronale del Santo si svolge il 20 Gennaio. Fino agli inizi degli anni ’50 si festeggiava due volte all’anno a Gennaio e la seconda Domenica di Settembre, come segno di riconoscenza e di ringraziamento al Santo patrono per aver scampato dal pericolo il popolo jacursese durante il terremoto del 1905.

Durante i festeggiamenti del 20 Gennaio vi è il tradizionale bacio della reliquia da parte dei fedeli.

Nicoletta Esposito

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