
È il dicembre del 2019 quando compare per la prima volta il coronavirus, siamo in Cina a Whuan. L’11 Gennaio viene confermato il primo decesso.
Ad oggi le vittime sono più di 300 e si parla di 10000 contagiati. Il 30 Gennaio l’OMS ha dichiarato l’emergenza sanitaria globale. Il premier Conte dichiara lo stato di emergenza e blocca i voli da e per la Cina. In Italia si susseguono voci su una decina di sospetti casi di Coronavirus ma solo due turisti cinesi risultano al momento positivi e le loro condizioni non sembrano essere preoccupanti. Ma che tipo di virus è e come si trasmette?
Il coronavirus fa parte di una famiglia di virus che vanno da un lieve raffreddore o leggero stato febbrile fino ad aggravarsi come nel caso della SARS o della MERS.
Il contagio avviene tramite contatto diretto e prolungato con un contagiato e il periodo di incubazione del virus va da 2 a 14 giorni. Sembra che se il quadro patologico di un contagiato si presenta positivo il rischio per la vita si riduca sensibilmente. La maggior parte dei decessi cinesi è avvenuta tra chi soffriva di altre patolgie.
Dopo aver chiarito alcuni aspetti fondamentali del virus occorre sottolineare come grazie alla condivisione della sequenza del virus da parte dei cinesi è stato possibile isolare il virus. Allo Spallazani un team di dottoresse meridionali è riuscito in tempi record nell’impresa. Da qui su può partire per creare un vaccino e una cura in tempi utili.
Per prevenire il contagio occorre evitare luoghi affollati, lavarsi spesso le mani, avere l’accortezza di tossire nell’incavo del gomito.
La malattia è partita dalla Cina, chi è stato in Cina, indipendentemente dalla propria nazionalità può essere a rischio per cui alla comparsa di un semplice raffreddore è bene farsi esaminare. O forse anche prima della comparsa. Se invece non si è stati in Cina da tempo il rischio non esiste. Ci giungono notizie di discriminazioni nei confronti di bimbi o dei loro genitori colpevoli di essere cinesi. Cinesi che non vanno in Cina da anni. In questi casi l’unica categoria di persona a rischio è l’ignorante. Purtroppo in Italia non siamo nuovi a questo tipo di comportamento per cui prima di cadere in inutili e superficiali giudizi è sempre bene documentarsi.