La Calabria, cuore del Mediterraneo e crocevia di antiche civiltà, è il luogo da cui ha avuto origine il nome “Italia” Questa storia, spesso trascurata, affonda le sue radici nelle leggende degli Enotri e nel culto del toro, simbolo di forza e fertilità per le popolazioni che abitavano queste terre sin dai tempi più antichi.

Italo, il re leggendario
Secondo le testimonianze di storici come Aristotele, Antioco di Siracusa e Tucidide, il nome “Italia” deriverebbe da Italo, un leggendario re degli Enotri, popolazione stanziata nell’area dell’attuale Calabria meridionale. Aristotele, nella sua opera “Politica” (VII, 9, 2), scrive che Italo trasformò gli Enotri da popolo nomade a stanziale, introducendo nuove leggi e pratiche come i “sissizi”, banchetti comunitari che rafforzavano l’unità del popolo:
“Divenne re dell’Enotria un certo Italo, dal quale si sarebbero chiamati, cambiando nome, Itali invece che Enotri. Dicono anche che questo Italo abbia trasformato gli Enotri, da nomadi che erano, in agricoltori e che abbia anche dato ad essi altre leggi, e per primo istituito i sissizi.”
Questo territorio, corrispondente alla Calabria centrale, tra il golfo di Squillace e quello di Sant’Eufemia (l’attuale istmo di Catanzaro), fu quindi il primo a essere chiamato “Italia”. Da qui, il nome si estese gradualmente fino a indicare l’intera penisola, come conferma Tucidide nel V secolo a.C.
La terra dei Vituli e il culto del toro
Ma l’origine del nome “Italia” non si ferma qui. Secondo un’altra teoria, sostenuta da Varrone e altri autori antichi come Timeo e Pisone, il termine potrebbe derivare dal vitello (Vitulus in latino, vitlu in osco-umbro), simbolo sacro per le popolazioni locali. Gli antichi Greci, giunti in Calabria, chiamarono questa terra “Ouitoulìa”, ossia “terra dei Vituli”, poiché qui viveva una popolazione che venerava il toro come animale sacro. Eliminando la ‘v’, assente nel greco classico, il termine divenne “Italoi”, da cui l’attuale “Italia”.
Numerosi toponimi calabresi testimoniano questa antica associazione con il culto del toro: Tauriana (oggi Taureana di Palmi e Taurianova), Bova, Bovalino, Itala e Metauros (oggi Gioia Tauro). Questi nomi, tutti legati ai bovini, rafforzano l’idea che la Calabria fosse considerata fin dall’antichità una terra consacrata al toro e ai suoi simboli di forza e fertilità.
La leggenda di Itala
Un’ulteriore prova a sostegno dell’origine calabrese del nome si trova nel toponimo “Itala”, un piccolo centro situato sulla costa siciliana di fronte alla Calabria. Secondo lo studioso danese Frederik Poulsen, questo villaggio rappresenterebbe una delle prime attestazioni del nome ‘Italia’, anche se questa tesi è contestata, poiché le prime forme documentate del nome risalgono al Medioevo con varianti come Gitala e Quitala.
Che sia stato il leggendario re Italo o il culto del toro dei Vituli a dare il nome a questa terra, la Calabria rimane indiscutibilmente la culla dell’Italia. È qui che è nato il concetto di una patria comune, un’idea che si sarebbe estesa nei secoli fino a diventare sinonimo di cultura, civiltà e storia millenaria.
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