Ferrovie, rapporto pendolaria 2019: Italia spaccata

Che la situazione delle ferrovie del meriodione sia in condizione pietosa è cosa ben nota a tutti i pendolari lucani, calabresi e siciliani che per raggiungere luoghi di studio o di lavoro impiegano tempi biblici. A darne ulteriore testimonianza è il rapporto di Pendolaria 2019, secondo Legambiente 《al Sud i treni sono vecchi, età media 19,3 anni rispetto ai 12,5 anni al Nord e sono pochi. E inoltre viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate. L’Italia, insomma, è spaccata a metà, – afferma il rapporto – “con 9 Regioni e le due Province autonome in cui i passeggeri sono aumentati e 10 in cui sono diminuiti o rimasti invariati. Cresce il numero di persone che prende il treno al nord – come in Lombardia (750mila), è triplicato dal 2001 in Alto Adige, raddoppiato in Emilia-Romagna, cresciuto di 60mila in Puglia. È drammatica in particolare la situazione in Sicilia, dove si è passati da 50.300 a 37.600 viaggiatori (dal 2009 ad oggi) in una Regione con 5 milioni di abitanti e grandi spostamenti pendolari, e in Campania dove si è passati da 413.600 viaggiatori a 308.500 (ma con un trend in risalita negli ultimi anni)》.<br> La situazione è letteralmente su un binario morto, mentre i più grandi investimenti vengono fatti solo per le infrastrutture del nord, al sud rimangono le briciole e i disagi.
Basti pensare che da Milano a Torino c’è un treno ogni 30 minuti che viaggia a 300 km/h mentre la velocità media di un treno al sud è di 65 chilometri orari. Molte città del sud non sono collegate tra loro da una linea ferroviaria, né da autostrade figurarsi da aeroporti. Dagli anni ‘50 a oggi, la spesa nazionale per lo sviluppo del Sud è scesa dallo 0,68% allo 0,15% . Al sud non siamo una “questione” non lo eravamo prima dell’unità e non vogliamo esserlo ora. Ma se di unità si parla allora è il caso che ci si ricordi del meridione non solo in campagna elettorale ma ogni qualvolta vi sono fondi a disposizione del governo, di qualsiasi colore esso sia. Forse una spartizione più equa potrebbe evitare ad un giovane del sud di lasciare la propria terra per sollevarsi da quel suo essere per forza una “questione meridionale “.