Il castello di Maida

Il castello di Maida sorse nella seconda metà dell’XI secolo quando i Normanni si apprestarono ad allargare il loro dominio nella parte della Calabria che fino a quel momento apparteneva alla regione Bizantina. 

I Normanni, dunque,  edificarono la loro fortezza su quella preesistente. In seguito, il castello fu assalito e demolito dalla popolazione, la quale si ribellò ai soprusi del feudatario Egidio di Santoliceto. 

Successivamente venne ristrutturato e modificato sotto il dominio Angioino. 

A tal proposito il Re Carlo, l’11 Novembre del 1269 emanò un provvedimento per la ricostruzione del castello. 

Nel 1638 a causa del terremoto ci fu una ristrutturazione dell’edificio e alcune opere di miglioramento come la realizzazione di mura più basse in grado di rispondere all’attacco dei cannoni, la rielaborazione della struttura aveva come modello di riferimento il Castelnuovo di Napoli.

Nel 1838 il castello venne convertito in prigione a tal proposito vennero effettuati dei lavori interni come la pavimentazione in lastre di granito, l’inserimento di graticole nelle finestre e l’ introduzione di un cancello di ferro all’ingresso.

A questi lavori si aggiunsero l’ampliamento del perimetro della zona bassa e la cinta muraria.

Quello che si può ammirare al giorno d’oggi è il frutto del restauro eseguito ad opera degli aragonesi. 

L’edificio è costituito da una pianta quadrata rafforzata da quattro torri agli angoli di questi solo una è visibile a causa delle ricostruzioni avvenute intorno agli anni ’50 che ne hanno offuscato la visione.

All’interno del castello sono stati individuati i resti dei granai e delle celle oltre ad una scala costruita in ardesia locale.

Il castello aveva anche un acquedotto del quale resta solamente l’arco di Sant’Antonio. 

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Nicoletta Esposito

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