Il dialetto Grecanico

Il dialetto Grecanico o dialetto greco-calabro è un dialetto minoritario che oggi è parlato solo in alcune aree del reggino.

La storia

Fino al XVI secolo era il dialetto parlato in tutta la Calabria e fu poi progressivamente sostituito dal dialetto romanzo che pur conservava termini grecanici.

Pian piano il dialetto Grecanico abbandonò il parlato calabrese, dal Mesima al Monte Poro, dall’Aspromonte a Gallico se ne persero le tracce.
Nel XX sec anche Africo, Pentedattilo, Palizzi, Condofuri e le aree del versante jonico dell’Aspromonte rinunciarono a tale dialetto. Ciò avvenne maggiormente in epoca fascista, il regime infatti osteggiava le minoranze linguistiche. Essere “un greco” nel linguaggio era assimilato all’arretratezza e pertanto gli ellenofoni calabresi rimasero nell’oblio per lungo tempo.

Oggi il Grecanico viene parlato solo a Gallicianò, Roghudi, Chorìo di Roghudi, Bova e Bova Marina, e nella città metropolitana di Reggio Calabria. Qui, nei quartieri San Giorgio Extra e Rione Modena, vi sono minoranze ellenofone.

La Bovesia

In particolare il piccolo paese di Bova è considerato capitale culturale della Bovesia, quindi della cultura greca di Calabria. La comunità Grecanica calabrese complessivamente conta circa
13 000 abitanti, dislocati nei comuni dell’area grecanica.

Fu il filologo e linguista tedesco Gerhard Rohlfs a dedicarsi allo studio di questo dialetto. Egli fece numerosi viaggi in Italia, in particolare nel meridione e concentrò i suoi sforzi per le lingue dell’area calabro-lucana e salentina e per i dialetti gallo-italici di Basilicata. Per questi ultimi fu il primo a riconoscere le loro caratteristiche di Isola linguistica.
E a lui che il comune di Bova dedica ogni anno una mostra fotografica con le foto scattate dal filologo stesso in Calabria.
A lui è dedicato il museo della lingua greca-calabra inaugurato nel 2016.

Il comune di Bova Marina ha anche istituito un Osservatorio Permanente per la Lingua e Cultura dei Greci di Calabria che si occupa del monitoraggio, dello studio, della programmazione e dell’organizzazione di attività volte alla salvaguardia della lingua e della tradizione greca della Calabria. L’ente è stato intitolato a Rohlfs e anche Karanastasis, anch’egli fra i maggiori studiosi di minoranze etniche e linguistiche calabresi.

La tututela delle minoranze linguistiche

In seguito alle leggi sulla tutela della minoranze linguistiche, la regione Calabria ha poi accordato la tutela alle minoranze greche insieme a quelle occitane ed albanesi. Inoltre si era impegnata nell’insegnamento di queste lingue e dunque nell’apertura al bilinguismo. Ma a causa della difficoltà nel reperire gli insegnanti il progetto si è arenato; solo a Bova, Condofuri e Gallicianò ad esempio esistono cartelli in tutte e due le lingue.

Sabina Maiolo

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