Il rito degli spirdati era un un rito di purificazione dagli spiriti maligni e veniva eseguito nel 1500 a Serra San Bruno.
Le guarigioni grazie al rito degli spirdati
Il primo caso di presunta guarigione dagli spiriti maligni lo si registra nel 1522 otto anni dopo il recupero del Monastero di Santo Stefano.
Ma il rito divenne una vera e propria tradizione che si ripeté per quasi due secoli.
Una famiglia di Simbario, paese vicino a Serra San Bruno, portò la figlia dai certosini perché afflitta da uno spirito impuro.
Le le reliquie di San Bruno, quelle del Beato Lanuino e di altri Santi dovevano liberare la giovane dal maligno.
Il prodigio non avviene e il Priore dell’epoca consigliò di ripetere “l’esorcismo” alla Grotta di San Bruno dove successivamente la ragazza sarebbe stata guarita.
Inizialmente dunque furono i monaci certosini a effettuare i riti purificatori, solo successivamente, quando la stessa Chiesa prese in parte le distanze da queste manifestazioni, gli esorcismi collettivi vennero praticati da “esorcisti popolari” le cui “guarigioni” venivano poi ratificate dai Padri certosini con le loro benedizioni.
Fu così che nacque una vera e proprio tradizione che prevedeva la purificazione degli spirdati nel laghetto di San Bruno.
Il lunedì dopo Pentecoste, quando il busto argenteo contenenti le relique di San Bruno veniva portato in processione a Santa Maria, coloro che erano afflitti dal maligno venivano fatti immergere nel laghetto dove tradizionalmente San Bruno pregava e così venivano liberati dal male.
Le testimonianze che ci sono giunte riguardo questo rito sono tante e tutte molto convincenti, suggestione o realtà?
Al lettore il compito di trarne le dovute conclusioni.
Sabina Maiolo