#IoRestoACasa. La quarantena di una Calabrese

Da oggi siamo tutti in quarantena, bisogna rimanere a casa.

Pubblicheremo giornalmente il diario di una nostra follower, la quale ci racconterà giornalmente la sua quarantena in forma anonima.

Giorno 1

10 Marzo 2020

Il nuovo decreto ci ha imposto la quarantena obbligatoria, ora non c’è distinzione se vieni da nord o da sud, ci tocca restare tutti a casa. 

L’Italia è di un solo colore, il rosso. 

Chi è fuggito nella notte di sabato credendo di salvarsi, ci ha condannati tutti. 

Siamo passati da 3 casi a 14 in pochissimi giorni, tutte persone provenienti dal nord. Perché siete scesi? Perché siete scappati? Perché non avete pensato ai vostri genitori, ai vostri nonni ma solo a voi stessi? Perché una volta scesi non siete rimasti a casa?  Era così importante fare l’aperitivo e ammassarvi tutti insieme nello stesso posto? 

Ci sono solo 107 posti letto, alcuni sono già occupati. Speriamo solo che non ci sia bisogno, speriamo che i casi non siano gravi e risolvibili. Certo, non siete tutti malati, ma non siete nemmeno tutti sani e i casi usciti in questi giorni lo dimostrano. Ora ci tocca stare dentro, anche se fuori c’è il sole, anche se vorremmo uscire ad incontrare i nostri amici, non possiamo, non si può più. 

È ancora il primo giorno e già la situazione è pesante, non si vede la fine,  non si sa se è solo questione di abitudine, non lo so se ci si abitua facendo scorrere il tempo.

Dobbiamo solo resistere e stare a casa. 

La mia quarantena inizia oggi #IoRestoACasa

Giorno 2

11 Marzo

Il decreto del presidente Conte è entrato in vigore da ieri mattina e così ci siamo adeguati tutti nel pieno rispetto delle norme indicate dal premier.
Oggi però mi sento più calma rispetto a ieri, inizio ad abituarmi, forse.
Decido allora di non uscire se non è strettamente necessario però mi accorgo di aver bisogno di alcune cose dal supermercato e dalla farmacia. Il decreto prevede che per le necessità si può uscire, mantenendo le distanze e lavandosi accuratamente le mani con gel a base alcolica. Così eccomi in macchina, con un po’ di timore. Sembra tutto surreale, poche auto in giro e un’atmosfera strana, come se stessimo vivendo solo un brutto sogno.
Decido di andare prima al supermercato, tutti si sono adeguati a far rispettare le norme. O quasi. Fuori c’è la fila, vuol dire che si entra poco per volta. Fanno entrare solo una persona per famiglia, è più che giusto. Fuori qualcuno fa scorrere la fila dicendoci quando possiamo entrare. Ci conosciamo tutti ma non ci avviciniamo. Ci salutiamo con un cenno del capo, un mezzo sorriso. Scuotiamo la testa come per dire “ci dobbiamo abituare, è così “.
Entro e qualcuno mi invita a mettere i guanti, quasi tutto il personale ha le mascherine. Mi sbrigo perché fuori c’è gente che aspetta e perché voglio tornare subito a casa. Vado in farmacia, stesso discorso, fila fuori, visi spaesati, sorrisi accennati. Ho finito finalmente, mi metto in macchina e prendo l’amuchina. Mi disinfetto le mani e torno a casa, appena apro il cancello ricomincio a respirare. Parlo di nuovo ad alta voce, fuori le parole faticavano a venir fuori. Entro sistemo la spesa e metto gli eco-sacchi fuori, sul balcone. Li ho appoggiati sulla cassa, chissà se qualcuno ci ha starnutito. Mi cambio e metto tutto a lavare, faccio una doccia . Spero che sia andato tutto bene e spero che tutto finisca bene, che tutto finisca presto.

Giorno 3

12 Marzo

I casi in Calabria sono aumentati, siamo a 35 casi positivi e 5008 persone (dichiarate) che sono scese dal nord, ma sicuramente sono di più. Qualcuno ancora esce, ma poca gente, sono state denunciate un sacco di persone perché erano in giro senza una motivazione valida.
Io mi sto abituando a stare in casa, guardo le dirette su Instagram di qualche VIP che vuole tenerci compagnia. Penso che fare una quarantena in Calabria sia una cosa pericolosa per la forma fisica. Alla fine vi dirò come è andata.
Mi vengono in mente le persone che sono sole in casa e non possono parlare con nessuno, per fortuna i cellulari accorciano le distanze ma non trasmettono il calore.
Ho un sacco di gruppi su whatsapp e con i miei amici divisi in varie regioni di Italia ci aggiorniamo costantemente sulla situazione.
Ieri sera Conte ha messo misure ancora più restrittive, quando so che ci sta una sua diretta sudo, mi viene l’ansia. Io non avrei immaginato che potesse capitare una roba del genere, era fuori da ogni tipo di immaginazione. Resisto, perché ragazzi questo bisogna fare, resistere. Dobbiamo stare in casa per il nostro bene e per il bene delle persone che amiamo.
Facciamoci compagnia con la tecnologia.
Ci rivedremo tutti un giorno solo se stiamo in casa adesso. Più stiamo in casa e prima potremo riabbracciarci.

Giorno 4

13 Marzo

Giorno 4! Ora che lo vedo scritto mi viene da ridere, sembro in uno di quei film americani dove il carcerato tira una lineatta sul muro per contare i giorni! Poi penso che in fondo stare a casa non è tutta sta fatica. Penso ai medici e agli infermieri impegnati in una lotta contro un nemico invisibile e sconosciuto che potrebbe attaccarli da un momento all’altro, perché loro restino in corsia io devo stare a casa. Penso alle forze dell’ordine, ai farmacisti, ai dipendenti dei supermercati, ai padri di famiglia che devono lavorare per forza nelle fabbriche perché non sono chiuse e perché andiamo, in Calabria quel pezzo di pane te lo devi sudare e se non lavori un giorno rischi di compromettere il bilancio del mese; tutti loro vorrebbero stare a casa e non possono. Io guardo la tv, studio, pulisco, seguo i vip su instagram, scatto foto dalla finestra, preparo mascherine fai da te insomma, il modo per passare il tempo lo trovo ma loro devono per forza lavorare. Cantare l’inno sul balcone è bello, mi fa commuovere ma capire che l’Italia sta lottando con le unghie e con i denti, sapere che la gente ha capito che è finito il tempo di scherzare e di lamentarsi per cose superflue, pensare che dobbiamo tenere duro e volerci bene da lontano non solo per la nostra salute ma anche per quella di chi lavora per noi, questo mi riempie di orgoglio. Così anche oggi decido che anche per loro #iorestoacasa.

Giorno 5

14 Marzo

State ancora scendendo, state ancora venendo al sud. La parola “restate a casa” ancora non vi è entrata in mente, vi vedo dalla finestra che ancora passeggiate per le strade e uscite a fare il giro con le macchine solo per andare a trovare la vostra ragazza come se 15 giorni senza vederla vi cambiasse qualcosa. 

Io ormai vivo sui social, ma è grazie a loro che non mi sento sola, facciamo aperitivi via Skype o via Whatsapp con i miei amici quasi tutti i giorni. Un sacco di artisti fa le dirette giornalmente, io preferisco quelle di Jovanotti. 

Ragazzi restate a casa, più restiamo in casa e prima ne usciamo.