La Calabria ai tempi del Coronavirus

Da stamattina il nuovo decreto che rende tutta l’Italia zona protetta è in vigore. Dunque vietato uscire se non è strettamente necessario. Ovviamente si può uscire per recarsi a lavoro e per questioni sanitarie. La prima conseguenza del decreto è senza dubbio la corsa al supermercato o alle farmacie. Questi esercizi però non sono obbligati a chiudere alle 18 come invece i bar, i ristoranti o esercizi che non vendono alimentari. Fuori c’è la fila. Tutti si mantengono a debida distanza gli uni dagli altri nel rispetto delle norme. Un addetto alla porta ci dice quando possiamo entrare. Compare qualche mascherina anche se ormai sono introvabili. I gestori assicurano che l’approvvigionamento non verrà interrotto e invitano i clienti a rispettare le distanze. Stessa storia nelle farmacie e parafarmacie .
L’atmosfera è di quelle surreali ma bisogna adeguarsi. Uscire solo se necessario. Per strada incontriamo auto della polizia e dei carabinieri: hanno il compito di fare in modo che il decreto venga rispettato.
Tutti si guardano smarriti, non ci si avvicina ma ci si saluta da lontano, stringiamo le spalle. Ci adeguiamo, dobbiamo farlo per la nostra salute. Torniamo a casa e respiriamo di nuovo, come se fuori fossimo stati costretti ad una lunga apnea. Ma, se ci rispettiamo e se #restiamoacasa presto torneremo a respirare di nuovo.