L’usanza di ricordare le anime dei defunti in questo periodo dell’anno è molto antica ed ha origini pagane. Si fa riferimento alla morte della natura siglata dall’inizio della stagione invernale.
In Calabria la commemorazione dei defunti ci regala tantissime usanze tra cui quella di “lu coccalu di li muorti” particolarmente radicata a Serra San Bruno, nel Vibonese.
In cosa consiste
Si pulisce l’interno di una zucca e la si intaglia dandogli sembianze quasi mostruose a voler ricordare il teschio di un morto. All’interno della zucca si posa una candela che viene accesa nelle notti del 31 Ottobre e dell’1 Novembre quasi come preparazione per il 2 Novembre.
Dunque, prima ancora della festa anglosassone di Halloween in Calabria si intagliavano le zucche. Qualcuno ritiene infatti che siano stati proprio i Calabresi emigrati in America a portare questa tradizione.
Mi lu pagati lu coccalu?
Un po’ del “dolcetto scherzetto” americano in effetti lo ritroviamo nell’usanza di portare lu coccalu di li muorti in giro per la città sia il giorno di Ognissanti che quello della commemorazione dei defunti.
I bambini bussano alle porte e chiedono: “mi lu pagati lu coccalu?”
In cambio ricevono monete e dolciumi.
L’antropologo calabrese Luigi Maria Lombardi Satriano, professore all’Università La Sapienza di Roma, è convinto che, l’ormai internazionale, festa di Halloween abbia proprio origini da questa tradizione calabrese.
Questa usanza ha certamente subito una battuta d’arresto durante la pandemia. A tale scopo l’amministrazione comunale di Serra San Bruno ha lanciato un Contest fotografico per premiare “lu coccalu” più social e fare in modo che questa tradizione continui.
Ora che lo spettro della pandemia, si spera, si stia allontanando, sembra che i bambini abbiano ancora più voglia di riscoprire e mantenere le tradizioni del passato.
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