La Festa di Sant’Antonio Abate, celebrata il 17 gennaio, è una delle ricorrenze più sentite in Calabria, intrecciando elementi sacri e profani che affondano le radici nelle tradizioni agropastorali della regione. Conosciuto anche come “Sant’Antonio del Fuoco”, questo Santo è venerato con riti che simboleggiano la rinascita della natura dopo il solstizio d’inverno.

Il significato del fuoco nella tradizione
Una delle usanze più emblematiche della festa è l’accensione di grandi pire, o falò, in onore del Santo. Il fuoco, elemento purificatore, rappresenta il passaggio dal vecchio al nuovo, un rito di rinnovamento e speranza per le comunità locali. Questa pratica richiama antichi riti pagani legati al ciclo della natura, successivamente integrati nella celebrazione cristiana di Sant’Antonio Abate.
Sant’Antonio Abate: protettore degli animali e guaritore
Nato in Egitto nel 251, Sant’Antonio Abate è riconosciuto come protettore degli animali domestici e precursore del monachesimo cristiano in Occidente. Spesso raffigurato con un maialino al suo fianco, il Santo è considerato un esorcista e guaritore, noto come “nimìcu di lu dimòniu” (nemico del demonio) nella tradizione popolare calabrese.
Tradizioni culinarie legate alla festa
La celebrazione di Sant’Antonio Abate coincide con il periodo della macellazione del maiale, e in Calabria è consuetudine consumare carni suine e derivati in suo onore. Piatti come cotiche e insaccati sono protagonisti delle tavole festive, anticipando il periodo di Quaresima. Inoltre, vengono preparati dolci tipici come taralli, zeppole e diverse varietà di pìtte e pani dolci, arricchendo ulteriormente la tradizione gastronomica legata alla ricorrenza.
Luoghi di culto in Calabria dedicati a Sant’Antonio Abate
In Calabria, esistono numerosi luoghi di culto dedicati a Sant’Antonio Abate. Tra questi, la Chiesa di Sant’Antonio Abate ad Archi, un quartiere di Reggio Calabria, rappresenta una testimonianza significativa del rito bizantino nella regione. Edificata intorno all’anno Mille, la chiesa sorge in una posizione panoramica sullo Stretto di Messina ed è stata Cappella Reale di Ruggero D’Altavilla.Un altro esempio è la Cappella di Sant’Antonio Abate a Trebisacce, in provincia di Cosenza, risalente almeno al XVIII secolo, sebbene le sue origini possano essere ancora più antiche.
La Festa di Sant’Antonio Abate in Calabria rappresenta dunque un momento di profonda devozione e condivisione comunitaria, in cui sacro e profano si fondono in riti e tradizioni che celebrano la cultura e la spiritualità del territorio.
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