La leggenda del Castello di Atì

La leggenda del Castello di Atì è una delle tante leggende che vengono tramandate in Calabria.

Nella zona di Capo Spartivento si notano le rovine di quello che fu il castello di Atì legato ad una tragica leggenda. 

La leggenda del castello di Atì

Tutto partì dalla città di Potamia, ora distrutta, dove viveva un Conte che con i suoi modi piuttosto ostili si era creato molti nemici.

Il Conte, prevedendo che prima o poi gli potesse succedere qualcosa e venisse ucciso, fece costruire un castello, una fortezza inespugnabile, accessibile solo tramite ponte levatoio. 

Non tardò molto, che quest’ultimo durante una delle sue tante liti, uccise un uomo.

Per paura che la famiglia potesse assassinarlo si rinchiuse nel castello insieme alla figlia e ad un menestrello che rallegrava, con i suoi racconti, le giornate a lui e alla figlia Atì.

Atì e il menestrello

Passò un po’ di tempo e la ragazza con il menestrello si innamorarono, ma il loro amore non poteva certo essere accettato dal Conte, uomo molto orgoglioso del suo nome e della sua nobiltà. 

Così i ragazzi iniziarono a vedersi di nascosto, il ragazzo cantava canzoni d’amore e la ragazza ascoltava fino a tarda notte. 

I nemici del Conte, che gironzolavano sempre intorno al castello, udirono le musiche del liuto che il menestrello dedicava ad Atì, così decisero di inviargli un messaggio. Lanciarono attraverso una pusterla una carta arrotolata nella quale chiesero un patto al ragazzo. 

Se lui avesse abbassato il ponte levatoio per farli entrare nel castello, loro avrebbero ucciso il Conte e lui avrebbe potuto vivere insieme ad Atì per sempre e senza nascondersi mai più.

Inizialmente il ragazzo non accettò, ma più i giorni passavano e più la tentazione diventava sempre più forte. 

Il tradimento

Finché un giorno cedette, si chiuse in una stanza e compose la ballata del tradimento che fece giungere ai nemici  tramite un biglietto nel quale c’era scritto che egli avrebbe cantato i versi: “E disse Cristo agli Apostoli suoi, quando volete entrare sta solo a voi” e in quel momento il ponte levatoio si sarebbe abbassato.

Arrivò il giorno, il menestrello cantò la ballata e il ponte levatoio si abbassò, i nemici entrarono nel castello e catturarono sia il Conte che il ragazzo, ma di Atì non ci fu nessuna traccia.

Trovarono solamente nella sua stanza una candela accesa e il Vangelo di San Matteo aperto nella pagina in cui racconta del tradimento di Giuda. 

Cercarono in ogni angolo, ma non venne mai trovata. Il Conte e il menestrello vennero uccisi e il castello incendiato. 

I fantasmi del castello

Il corpo di Atì non venne mai trovato, ma il suo spirito si aggira ancora sui monti, tra le rovine del castello mentre ascolta il canto del tradimento e dal fondo della valle si odono le voci del Conte che giura vendetta e del ragazzo che piange per il suo tradimento.

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