La leggenda narra che Gesù con i suoi discepoli sia giunto in Aspromonte. Gesù chiese loro di raccogliere delle pietre, solamente Pietro raccolse un piccolo ciottolo. Dopo un po’ si fermarono e Gesù trasformò le loro pietre in pane, Pietro ritrovandosi tra le mani un piccolo pezzo di pane pensò che la prossima volta avrebbe raccolto un macigno. Gesù, capite le intenzioni di Pietro, fece raccogliere nuovamente altri sassi e questa volta Pietro ne prese una grande, ma Gesù non le ritrasformò. Pietro protestò ma capito l’errore di aver peccato di malizia chiese al Signore che ad imperitura memoria, quell’enorme masso trovasse dimora proprio nel luogo in cui si trovavano. Gesù acconsentì e fece lievitare il masso, un monumento enorme, che ci vuole insegnare che la malizia è sempre farina del diavolo.
Quando Pietro divenne il custode del Paradiso, si trovò di fronte il sergente che schiaffeggiò Gesù al Sinedrio. Lo prese lo trascinò fino in Aspromonte e lo rinchiuse all’interno di Pietra Cappa, dove dovrà stare fino al giorno del Giudizio Universale andando avanti e indietro e dando schiaffi alle pareti.
Da allora il sergente sbatte da una parete all’altra, all’interno di Pietra Cappa, urlando di dolore. Si racconta che in giornate particolarmente ventose passando nei pressi del monolite si sentano distintamente le urla disperate e lancinanti.
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