La leggenda di San Teodoro ad Acerenthia

Nelle profondità di una caverna oscura, non lontano dalla città di Acerenthia (Cerenzia), viveva un terribile drago a sette teste. Ogni anno, la creatura esigeva un tributo di sette fanciulle dalla popolazione locale per placare la sua furia. La città viveva nel terrore, sapendo che se non avessero rispettato l’offerta, il drago avrebbe devastato i loro campi e distrutto le loro case.

San Teodoro Acerenthia

Un anno, tra le sette fanciulle destinate al sacrificio, si trovò anche la figlia del sovrano. La disperazione si diffuse nel villaggio, poiché la principessa era amata da tutti. Tuttavia, proprio in quel momento di sconforto, un giovane cavaliere venuto dall’Oriente, di nome Teodoro, giunse nella città. Teodoro, animato da un profondo senso di giustizia e coraggio, decise di affrontare la terribile creatura per salvare le fanciulle e liberare il villaggio dalla tirannia del drago.

Teodoro si recò alla caverna armato della sua fedele spada. Dopo un’epica battaglia, riuscì a decapitare le sette teste del drago una ad una. Ma conoscendo il potere del mostro, che avrebbe potuto riattaccare le teste al proprio corpo, Teodoro le portò fuori dalla caverna come prova della sua vittoria.

Con questa impresa eroica, Teodoro divenne il salvatore del villaggio e fu celebrato come un eroe. Col tempo, la sua figura venne associata alla santità, diventando San Teodoro, venerato dalla popolazione locale. Nelle raffigurazioni tradizionali, San Teodoro viene rappresentato con le sette lingue del drago disposte attorno alla sua testa, simbolo della sua vittoria sul male.

Da allora, il culto di San Teodoro si radicò profondamente nella tradizione di Acerenthia, e la sua leggenda continua a vivere nei racconti popolari della regione.

Seguici