La sardella calabrese, conosciuta anche come “caviale dei poveri” o “rosamarina”, è una prelibatezza tipica della Calabria, in particolare delle province di Crotone e Cosenza.
Questa conserva di pesce è un simbolo della tradizione culinaria calabrese, apprezzata per il suo sapore intenso e piccante.
Origini e storia
Le origini della sardella sono incerte, ma si ritiene che sia una rivisitazione del “garum”, una salsa di pesce molto popolare nell’antica Roma.
La sardella moderna, tuttavia, è preparata con ingredienti diversi e tempi di preparazione molto più brevi rispetto al garum, che richiedeva mesi di macerazione al sole.
Ingredienti e preparazione
La sardella è composta principalmente da bianchetti (neonata di sardine o acciughe), peperoncino rosso piccante, sale e semi di finocchio selvatico
Tradizionalmente, i bianchetti vengono pescati nel Mar Mediterraneo, lavati, asciugati e salati per almeno tre mesi. Successivamente, vengono mescolati con peperoncino macinato e semi di finocchio per creare una pasta densa e saporita
A causa delle normative europee che vietano la pesca di pesci di lunghezza inferiore agli 11 cm, oggi la sardella viene spesso preparata con pesce ghiaccio, un sostituto meno pregiato ma comunque gustoso.
Utilizzi in cucina
La sardella è estremamente versatile in cucina. Può essere spalmata su pane tostato come antipasto, utilizzata per condire la pasta, o come ingrediente in piatti più elaborati. La sua consistenza cremosa e il sapore piccante la rendono un complemento perfetto per molti piatti calabresi.
Curiosità
Crucoli, un piccolo paese in provincia di Crotone, è famoso per la produzione di sardella e ospita una sagra dedicata a questo prodotto ogni anno.
La sardella è spesso chiamata “caviale dei poveri” per il suo aspetto simile al caviale e per il suo costo accessibile rispetto al più costoso caviale di storione.
La sardella calabrese è un esempio perfetto di come la cucina tradizionale possa trasformare ingredienti semplici in piatti straordinari. Se non l’hai ancora provata, ti consiglio di farlo: è un’esperienza culinaria unica che ti farà apprezzare ancora di più la ricchezza della gastronomia calabrese.
Sabina Maiolo
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