A San Lucido, tra tradizioni antiche e racconti popolari, vive la struggente leggenda di Cilla, una giovane donna che ha atteso invano il ritorno del suo amato marinaio, donando infine la sua vita al mare in un disperato atto d’amore. A rendere omaggio a questa storia, si erge una statua dedicata a Cilla, opera dello scultore Salvatore Plastina, collocata in un suggestivo punto panoramico che domina la costa, ai piedi della fortezza dei Ruffo.
La leggenda di Cilla: amore e morte sulla costa Calabrese
Secondo la leggenda, Cilla era una giovane donna dolce e generosa, innamorata di Tuturo, un marinaio di San Lucido. Nonostante conoscesse i rischi e le incertezze della vita accanto a un pescatore, Cilla decise di sposarlo e di condividere con lui una vita fatta di attese e sacrifici. Ma una notte fatale, mentre il mare era in tempesta, Tuturo uscì con la sua barca per cercare il pescato necessario a sfamare la famiglia. Non fece mai ritorno.
Cilla passò l’intera notte in ansia, aggrappata alla speranza, ma all’alba, vedendo che il suo amato non era tornato, si recò alla rupe che sovrasta il mare, sotto il castello. In preda alla disperazione e al dolore, si gettò tra le onde per raggiungerlo, sparendo anch’ella tra le acque. Secondo la leggenda, nelle notti di tempesta si possono ancora udire le urla di Cilla, che, come un’eco lontana, invoca il ritorno dell’amato perduto.
Questa storia simbolizza le sofferenze di molte donne di San Lucido, che un tempo vedevano partire mariti, figli e padri verso il mare, senza sapere se li avrebbero mai rivisti. Il mare, con la sua bellezza e crudeltà, diveniva il palcoscenico di vite in perenne lotta tra l’amore e il pericolo.
La statua di Cilla: un omaggio alla resilienza e al dolore delle donne di mare
Lo scultore Salvatore Plastina, profondamente toccato dalla leggenda di Cilla, ha dato vita a una statua che celebra la memoria di questa eroina del mare, rappresentandola con un’espressione di dolore e coraggio. Collocata in piazzetta Miramare, ai piedi della fortezza dei Ruffo, la statua osserva il mare, quasi a dominare il paesaggio e, al tempo stesso, a vegliare su chi oggi affronta il mare per lavoro o per passione. L’opera di Plastina, semplice ma potente, rappresenta la figura di una donna in lotta, una figura che rappresenta le tante Cilla della Calabria e non solo, donne che hanno perso i propri cari in mare e continuano a portare nel cuore un vuoto che solo l’orizzonte sembra poter colmare.
Alla base della statua, un’iscrizione poetica racconta il significato più profondo della storia di Cilla: “Il tuo mare è amore anche quando, crudele e amaro, ti ha straziato l’anima, il tuo mare è amore. Guarda in alto Cilla, non si pieghino mai le tue braccia di madre, il tuo volto fissi il sole sempre e per tutti noi.” Queste parole rappresentano l’essenza della leggenda, esprimendo l’amore, la sofferenza, e la resilienza di chi vive ogni giorno accanto a un mare che può essere tanto generoso quanto implacabile.
Questo borgo calabrese, sospeso tra la storia e il mito, offre un’esperienza unica, dove le bellezze naturali si intrecciano con il ricordo di vicende umane fatte di coraggio e sacrificio, simboleggiate per sempre dalla figura di Cilla, giovane donna che rappresenta l’amore eterno e il legame indissolubile tra gli abitanti di San Lucido e il loro mare.
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