Le Grotte di Sant’Angelo, un complesso di cavità di origine carsica situato nel comune di Cassano all’Ionio, in provincia di Cosenza, rappresentano una delle più affascinanti attrazioni speleologiche e turistiche della Calabria. Questo sistema di grotte si trova a ridosso del centro abitato ed è un vero scrigno di storia, geologia e natura.
Storia
Le grotte furono abitate fin dal Neolitico Medio (V-IV millennio a.C.) da comunità agricole, che vi rimasero fino alla fine dell’Età del Bronzo. Successivamente, anche durante l’Età dei Metalli (III-II millennio a.C.), questi spazi furono frequentati, testimoniando una lunga e continua frequentazione umana.
Il primo a documentare l’esistenza delle grotte fu lo speleologo Francesco Orofino nel 1951. Durante la sua esplorazione, Orofino le descrisse come una “antica cava di gesso con stalattiti e stalagmiti gessoso-calcaree”. Le prime indagini archeologiche furono invece condotte dal professor Santo Tinè tra il 1962 e il 1964. Attraverso una serie di scavi stratigrafici, Tinè riuscì a ricostruire le diverse epoche di utilizzo delle grotte.
Grotta inferiore e superiore di Sant’Angelo
Tra il 1977 e il 1979, la Commissione Grotte Eugenio Boegan di Trieste condusse ulteriori ricerche sul fenomeno carsico nel territorio di Cassano all’Ionio. Questo lavoro portò al censimento di molte cavità e al rilievo di 16 grotte carsiche, tra cui le più ampie sono la Grotta Inferiore e la Grotta Superiore di Sant’Angelo. Questi due sistemi di cavità, con uno sviluppo superiore al chilometro, si distinguono per la ricchezza di formazioni naturali, come stalattiti e stalagmiti dalle forme spettacolari, che ispirano spesso somiglianze con oggetti o creature.
Grotta Pavolella o Grotta degli Scheletri
Tra le scoperte più significative vi è la Grotta Pavolella, conosciuta anche come Grotta degli Scheletri. Gli scavi eseguiti tra il 1978 e il 1982 hanno rivelato la destinazione funeraria della grotta, un rarissimo esempio di cremazione risalente al Neolitico.
Ritrovamenti archeologici
Le ricerche archeologiche hanno riportato alla luce numerosi reperti ceramici, come orcioli, bollitori per latte, tazze da filtro e dolii. Tra i ritrovamenti più significativi vi è una statuetta femminile di ceramica figulina dipinta, alta appena 5,5 cm. Questo manufatto, straordinario per la sua epoca, presenta dettagli anatomici come braccia ripiegate sul ventre, glutei prominenti e capelli resi con incisioni e pitture. Sul volto e sul petto, segni pittorici indicano probabilmente monili o ornamenti.
Fenomeni carsici e flora unica
Le grotte di Sant’Angelo offrono uno spettacolo naturale unico, con depositi di gesso, argille e sabbie che creano un ambiente geologico complesso e affascinante. Le formazioni di stalattiti e stalagmiti, create dallo stillicidio millenario dell’acqua, non solo caratterizzano le cavità ma alimentano anche una flora insolita.
A sud della “Casa del Drago”, sono state individuate rare forme di vegetazione che crescono in assenza di luce. Questi piccoli arbusti, alti non più di 35 cm, si trovano spesso a contatto diretto con le stalattiti, dalle quali traggono nutrimento attraverso il lento gocciolio di acqua calcarea. Questo fenomeno, di grande interesse speleologico, è unico nel suo genere e suscita curiosità nel panorama scientifico.
Un tesoro da esplorare
Le Grotte di Sant’Angelo rappresentano un punto d’incontro tra natura, storia e cultura. La loro bellezza geologica e i reperti archeologici ne fanno un luogo imperdibile per gli appassionati di speleologia, archeologia e turismo naturalistico. Situate a breve distanza dal centro abitato di Cassano all’Ionio, sono facilmente accessibili e continuano a suscitare l’interesse di studiosi e visitatori.
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