Le Terme Romane di Curinga sono un affascinante tuffo nella storia antica, un gioiello archeologico che ci riporta all’epoca imperiale. Situate nel piccolo paese di Curinga, in provincia di Catanzaro, queste terme sono uniche in tutta la Calabria per il fatto di conservare la struttura fino a quasi l’altezza della copertura.
Un patrimonio del I e II secolo d.C.
La costruzione del complesso termale risale al periodo tra il I e il II secolo d.C. e comprende un atrio-ginnasio, il frigidarium, un piccolo tepidarium che fungeva da spogliatoio, due grandi calidaria, un laconicum e alcuni ambienti di servizio. Questi resti importanti dell’epoca romana, più precisamente del periodo Diocleziano, sono stati parte di una grande villa monumentale della fine del III-IV secolo A.C. e si presentano oggi in un ottimo stato di conservazione.
Un luogo di rigenerazione per corpo e spirito
Il complesso termale di Curinga era un luogo dove gli antichi Romani si rigeneravano corpo e spirito. Le terme, che si estendono su un’area di 1000 metri quadrati, recentemente ampliati a 2000, erano più di semplici bagni pubblici. Funzionavano come luoghi di incontro sociale, palestre, piazze e bagni allo stesso tempo. La presenza di un complesso così imponente fa supporre l’esistenza nelle vicinanze di una città romana molto importante.
Le terme di Acconia di Curinga, risalenti al IV-V secolo d.C., sono ben conservate nonostante i terremoti e i secoli passati. Diverse mura del pian terreno sono ancora in piedi, e si suppone che la struttura avesse originariamente due livelli. L’ingresso principale si trovava sul versante nord, da cui si accedeva ad un atrio, probabilmente con un soffitto a volta, oggi non più esistente ma che doveva essere molto elegante, con rifiniture in marmo.
Architettura e ingegneria Romana: un miracolo di tecnica
L’atrio fungeva da spogliatoio, da cui si dirigeva alla prima stanza, il frigidarium, una stanza non riscaldata dove passava, in una sorta di canalizzazione, l’acqua di sorgente fredda. I canali sono ancora ben visibili, e al centro della stanza c’è un tombino in pietra per la raccolta delle acque. Da qui si accedeva al tepidarium, una stanza intermedia, e poi ai calidarium, le stanze della sauna, dove i romani avevano adottato un sistema ingegnoso per scaldare l’ambiente.
Le fornaci servivano a scaldare l’acqua per i bagni e costituivano un sofisticato sistema di riscaldamento per l’intero complesso termale. L’aria calda delle fornaci veniva fatta circolare attraverso condotti nella pavimentazione e poi nelle pareti, in modo che l’aria calda, spinta naturalmente verso l’alto, passasse in tutta la conduttura.
Oggi, le Terme Romane di Curinga sono un piccolo museo a cielo aperto, un tesoro da tutelare e un esempio straordinario di ingegneria e architettura romana che continua a stupire e a raccontare la storia di un tempo lontano.
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