“Li guai di la pignata li sapa sulu la cucchjara chi li manija“.
“Li guai di la pignata li sapa sulu la cucchjara chi li manija“. I guai della pentola li sa solo il mestolo che ci sta dentro”. Recita così un antico detto calabrese che è sempre attuale in questa nostra società in cui tutti sembrano essere maestri su tutto.
Il detto ci invita a farci un po’ gli affari nostri, non giudicando determinate situazioni di cui si conosce quasi nulla.
Ma che cos’è la pignata Calabrese?
Questo tipo di pentola risale al neolitico, come testimoniano le prime pentole in terracotta, furono i primi contenitori usati per cucinare.
La pignata è un’antica pentola in terracotta, può avere molte misure ma la sua forma è sempre panciuta, con il fondo piatto e uno o due manici. In passato veniva posta sul fuoco e usata dalle massaie per cucinare.
Sia all’interno che all’esterno è spesso smaltata per garantire l’impermeabilità e soprattutto per evitare che gli alimenti impregnino la porosità della terracotta lasciando odori e sapori.
In particolare veniva preparata al suo interno la “suriaca cu li pidicchi” e cioè i fagioli con la pelle del maiale, oppure i ceci, fave e altri legumi.
I piatti preparati nella pignata avevano tutto un altro sapore, anche se erano piatti poveri, questo particolare tegame dava al piatto una consistenza ricca, cremosa e molto più saporita rispetto alla normale pentola di acciaio.
Oggi questa usanza si è un po’ persa ma esistono ancora molti artigiani che creano e vendono questi tegami così come molti in Calabria preferiscono utilizzare questi tegami di terracotta per assaporare il sapore antico della tradizione di alcuni piatti che solo usi e ricette calabresi sanno offrire.
Sabina Maiolo
Seguici