Il MuSaBa di Mammola

Il MuSaBa di Mammola è un parco museo laboratorio di arte contemporanea che si sviluppa attorno ai resti di un antico complesso monastico del X secolo. Qui antico e moderno si incontrano in un mix inedito che trascina il visitatore in un’esperienza immersiva e a tratti surreale, che merita davvero di essere vissuta.

La Nascita del MuSaBa: un progetto artistico di Nick Spatari e Hiske Maas

MuSaBa, museo archeologico di Santa Barbara, è stato fortemente voluto dai due artisti Nick Spatari e Hiske Maas. Negli anni ’60, dopo essersi sposati, decisero di ridare nuova vita ad un luogo abbandonato nel cuore della Locride. Così nasce a Mammola questo luogo di sperimentazione artistica, dove trasmettere e condividere nuove frontiere di tecnica, materia, forma e colore.

Il contributo artistico di Nick Spatari

Il compianto Nik Spatari fu collaboratore di nomi illustri come Picasso, Le Corbusier, Jean Cocteau, Max Ernst e Sartre, lasciando un’impronta indelebile nel mondo dell’arte.

Un cantiere creativo in continua evoluzione

Il MuSaBa si estende su un’area di sette ettari, arroccata su una collina, che si snoda tra l’antico complesso monastico di Santa Barbara, la nuova ala museale “Rosa dei Venti”, passando per la “Foresteria”, fino al Chiostro. È un cantiere creativo che accoglie opere di artisti internazionali, studenti, bohemien e volontari, contribuendo ad arricchirlo continuamente.

Le opere di Nik Spatari

Al centro del MuSaBa si trovano le creazioni del genio esuberante ed eclettico di Nik Spatari: opere monumentali, installazioni site-specific e decorazioni musive che mescolano simboli della tradizione cristiana e stilemi del passato sumero, filtrati in maniera onirica, psichedelica e anticonformista.

La Cappella Sistina Calabrese

Un gigantesco dipinto tridimensionale, lungo 14 metri, che copre tutto lo spazio della volta e dell’abside della antica abbazia di Santa Barbara, rappresenta il Sogno di Giacobbe ed è frutto dello spirito “creativo, inquieto ed eretico” di Nik Spatari. Realizzato tra il 1991 e il 1995, utilizza una tecnica innovativa ideata dallo stesso Spatari, con silhouette ritagliate su fogli di legno leggero e applicate come rilievi sospesi nell’aria.

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