Monastero greco-ortodosso di San Giovanni Theristis

Il Monastero greco-ortodosso di San Giovanni Theristis  si trova a Bivongi un piccolo e affascinante borgo in provincia di Reggio Calabria.

Attualmente vi risiede una comunità monastica appartenente alla Diocesi Romena Ortodossa d’Italia.

La storia del Monastero greco-ortodosso di San Giovanni Theristis

Come abbiamo già avuto modo di accennare la Calabria fu sotto il dominio bizantino sino agli inizi dell’XI secolo; la regione riuscì a conservare la cultura e la lingua greca.

Si sviluppò nel territorio il cristianesimo di rito bizantino invece che di rito latino.

Il sud d’Italia divenne così meta dei monaci ortodossi provenienti dall’oriente.

In Aspromonte sorsero tanti monasteri ortodossi in particolare nella Vallata dell’Amendolea e nella Vallata dello Stilaro.

Ed è proprio nella vallata dello Stilaro che visse ed operò nel IX secolo San Giovanni Theristis.

Dopo la sua morte la sua fama presso le popolazioni della zona crebbe così tanto che a gran voce fu acclamato santo.

I suoi luoghi divennero meta di pellegrinaggio così come il suo Aghiasma.
(L’aghiasma è una fonte sacra di rilevanza spirituale oggetto di pellegrinaggi).

Nel luogo di questo aghiasma sorse nell’XI secolo un monastero bizantino a lui intitolato.

I suoi monaci erano molto dotti e possedeva una vasta biblioteca e ricchi tesori.

Il declino

Purtroppo col passare del tempo il monastero conobbe varie fasi
di declino così come gli altri monasteri greci della zona.

Nel Seicento una banda di briganti creò molte difficoltà al monastero tanto che nel 1662 i monaci decisero di abbandonarlo definitivamente e trasferirsi nella vicina Stilo nel convento di San Giovanni Theristis.

Qui vennero poi portate anche le reliquie di San Giovanni Theristis e dei Santi Nicola e Ambrogio.

All’inizio dell’800 con le leggi napoleoniche sui beni ecclesiastici il monastero divenne proprietà del comune di Bivongi.

Nel corso degli anni ebbe poi diversi proprietari, che lo adattarono all’uso agricolo. Solo nel 1980 gli eredi dell’ultimo proprietario lo donarono nuovamente al comune di Bivongi.

Il monastero fu scoperto da Paolo Orsi nei primi anni del 1900 ma a causa della lontananza dal centro urbano e della mancanza di vie di comunicazione nulla poté fare per salvaguardarlo.

La ristrutturazione

Nel 1965 fu “riscoperto” dall’allora sindaco di Bivongi Franco Ernesto.

Egli si adoperò affinché il monastero ed il Katholicon fossero conosciuti e salvaguardati.

Finalmente nel 1990 cominciarono i lavori di ristrutturazione.

Nel 1994 cominciarono a vivervi stabilmente i primi monaci athoniti provenienti dal Monte Athos e nel dicembre dello stesso anno il Consiglio Regionale della Calabria dichiarò sacra l’area compresa fra i fiumi Stilaro e Assi per facilitare l’insediamento dei monaci.

L’ Arcidiocesi ortodossa d’Italia e Malta 

Il 24 febbraio 1995 il comune di Bivongi consegnò ufficialmente il monastero all’Arcidiocesi ortodossa d’Italia e Malta per un tempo di 99 anni.

Questo monastero è il primo in Italia ad essere stato fondato da monaci athoniti provenienti direttamente dall’Athos.

L’architettura

La Basilica fu costruita nella seconda metà dell’XI secolo.

Vi è chiara la testimonianza architettonica di transizione dall’epoca bizantina a quella latina. Infatti essa presenta elementi di stile normanno uniti a quello bizantino.

La basilica ha lo stile di una chiesa bizantina, ma con dimensioni normanne.

Elementi dell’architettura normanna si notano all’intero con gli angolari e con i quattro archi che sorreggono la cupola, con la navata e col presbiterio.

Lo stile bizantino si trova evidente invece nell’esterno della basilica, nei muri perimetrali che in alto si chiudono ad arco, nelle lesene all’esterno dell’abside che, intersecandosi, formano archi ogivali ed insieme a tutto tondo arieggianti motivi dell’architettura araba.

Tracce di affreschi denotano come i muri della basilica siano stati affrescati già dalla sua edificazione e la più notevole di queste raffigura San Giovanni Theristis.

L’interno oggi si presenta nuovamente ricco di icone, pitture, affreschi e ammirevoli arredi sacri.

Sabina Maiolo

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