La Novena di Natale è una delle tradizioni più autentiche e sentite della Calabria, un momento di preparazione spirituale che unisce fede, musica e comunità. Questa usanza, tramandata da generazioni, rappresenta non solo un omaggio alla nascita di Gesù, ma anche un’occasione per rafforzare i legami sociali nei borghi calabresi, in un’atmosfera carica di emozione e semplicità.
In Cosa Consiste la Novena?
La Novena si celebra nei nove giorni che precedono il Natale, dal 16 al 24 dicembre. Durante questo periodo, oltre alle consuete funzioni liturgiche, i borghi calabresi si animano con le melodie di strumenti tipici: la pipita (una sorta di piccolo oboe) e la zampogna, protagonisti indiscussi della tradizione musicale calabrese.
Gli zampognari, musicisti itineranti spesso vestiti con abiti tradizionali, percorrevano le vie del paese suonando canti natalizi come “Tu scendi dalle stelle”. Le loro melodie risuonavano per le strade, richiamando grandi e piccini che si radunavano per ascoltare e vivere insieme questo momento speciale.
Un aspetto fondamentale della Novena era l’ospitalità. Quando gli zampognari si fermavano per riprendere fiato, venivano accolti nelle case vicine, dove gli venivano offerti un bicchiere di vino o del caldo “sangue dolce” (un vino speziato e zuccherato tipico delle festività). Questo gesto semplice ma significativo simboleggiava la generosità dei calabresi, che condividevano il poco che avevano in uno spirito di festa e fratellanza.
La musica si fermava spesso sull’uscio delle case, vicino ai presepi familiari o nelle piazze, dove la comunità si raccoglieva in preghiera o in canti dedicati a Gesù Bambino. Talvolta gli zampognari si dirigevano verso la Chiesa, dove, nell’atrio, rendevano omaggio alla Natività con le loro melodie, mentre all’interno veniva celebrata la Santa Messa.
Simbolismo e rituali della Novena
Questa tradizione non era solo un’occasione di festa, ma un gesto profondamente simbolico. Le melodie suonate dagli zampognari venivano considerate vere e proprie ninna nanne per Gesù Bambino, un modo per accogliere la sua nascita con dolcezza e devozione.
Un altro rituale legato alla Novena era quello di affiggere un’immagine di Gesù Bambino sulla porta delle case che aderivano alla tradizione. Questo serviva a segnalare ai musicisti le abitazioni dove erano attesi per suonare. Alla fine del percorso, i padroni di casa offrivano loro un dono, spesso in forma di cibo o di un’offerta simbolica, come segno di gratitudine.
Un patrimonio da riscoprire
Purtroppo, queste tradizioni, così radicate nella cultura calabrese, si sono in parte perse nel corso del tempo, complice l’avanzare della modernità e la migrazione verso le città. Tuttavia, negli ultimi anni si sta assistendo a un rinnovato interesse da parte dei giovani per la musica tradizionale e per il recupero delle usanze popolari.
In alcuni borghi, gruppi di giovani musicisti hanno ripreso la consuetudine di andare di casa in casa a suonare la Novena, riportando in vita il fascino di un tempo. Questo rinnovamento non è solo una testimonianza della resilienza culturale della Calabria, ma anche un esempio di come le tradizioni possano adattarsi e rivivere grazie alla passione delle nuove generazioni.
La Novena di Natale in Calabria è molto più di un’usanza: è un patrimonio culturale e spirituale che riflette i valori di comunità, ospitalità e fede. Le melodie degli zampognari, i gesti di accoglienza e le preghiere collettive raccontano una storia di radici profonde, di semplicità e di devozione.
Anche se alcune delle sue forme tradizionali rischiano di scomparire, l’impegno di chi continua a celebrare la Novena con passione e dedizione è una testimonianza viva della ricchezza e della bellezza delle tradizioni natalizie calabresi.
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Sabina Maiolo