Palazzo San Giorgio


Il palazzo San Giorgio fu ricostruito su progetto di Ernesto Basile a seguito del devastante terremoto che colpì Reggio Calabria e Messina nel 1908.

L’edificio

L’edificio è a due piani e la sua planimetria è quadrata.
Il piano terrà è suddiviso in due parti comunicanti tra loro grazie ad una grande galleria che collega il Corso Garibaldi con la parallela via Miraglia.

Al primo piano si trovano ampie stanze ricche di decorazioni in stile liberty. Tra le più belle e importanti troviamo la “Sala dei Lampadari”, la “Sala del Sindaco”, la “Sala della Giunta Municipale” e la “Sala del
Consiglio”.

La facciata principale del palazzo ha il suo affaccio su Piazza Italia ed è costituita da una serie di finestre che al piano terra presentano un arco a tutto sesto e cornici a bugnato.

Sempre al primo piano risultano architravate con capitelli, stemmi e fregi su cui si appoggia un ampio cornicione con balaustra.

L’entrata principale si trova al centro dell’asse architettonico, costituito da una struttura di fabbrica sporgente somigliante alla sagoma di una torre, sormontata da un balcone.

Sopra al cornicione è presente un orologio, una campana e altri elementi decorativi.

Distrutto dal terremoto

Distrutto il precedente edificio municipale dal terremoto del 1908, il nuovo Palazzo San Giorgio fu ridisegnato dal grande architetto palermitano Ernesto Basile, venne realizzato dalla ditta G. Vianini di Roma a partire dal 1918 ed ultimato nel 1921.

Il plesso fu inaugurato il 27 aprile 1922 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, venuto espressamente a Reggio a bordo del cacciatorpediniere Falco.

In quell’occasione la città, fin dal giorno prima, era stata infiorata, imbandierata e tappezzata di manifesti inneggianti alla Casa Savoia.

Dal 1970 al 2000 (anno in cui fu ultimato Palazzo Campanella), Palazzo San Giorgio ha ospitato gli uffici e la sala assembleare del Consiglio Regionale della Calabria.

All’interno di Palazzo San Giorgio

La bellezza del palazzo non si esaurisce nella sua struttura, di grande rilievo è il contenuto della Pinacoteca civica di Reggio Calabria, collezione artistica di proprietà del Comune di Reggio Calabria della quale altre opere erano esposte presso il Museo Nazionale e presso la Biblioteca Comunale.

In questa collezione figurano ben 250 dipinti di artisti del periodo compreso tra la prima metà dell’800 e la prima metà del ‘900, tra i quali vi sono artisti calabresi, prevalentemente del territorio reggino, ma anche non calabresi.

Molte delle opere sono di scuola napoletana (presso la quale si formarono gli artisti calabresi di questo periodo), indirizzata alla fine del XIX secolo verso il Verismo; alcune provengono dalla Biennale Calabrese d’Arte, che permise a Guttuso, Omiccioli, Milesi e Brancaccio di stabilire un legame con la città; altre ancora provengono dall’Accademia di Belle Arti.

Illustri sono i nomi dei pittori calabresi le cui opere sono ospitate nella pinacoteca del palazzo tra cui occorre ricordare Raffaele Ursini, Enrico Salfi, Domenico Augimeri , Vincenzo Jerace, Rubens Santoro, Antonio Cannata, Ugo Ortona, Domenico Bonfa, Enzo Benedetto, Nunzio Bava e Alberto Bonfa.

Gli scultori calabresi vi sono Francesco Jerace, Saverio Gatto, Alessandro Monteleone, Concesso Barca, Pasquale Panetta e Nino Zucco.

Tra i pittori non calabresi vi sono poi Giovanni Brancaccio, Renato Guttuso, Giovanni Omiccioli, Beppe Guzzi, Giuseppe Milesi, Giampiero Restellini.

Tra gli scultori non calabresi: Vincenzo Vela e Celestino Petrone.

Se vi trovate nella splendida Reggio Calabria non potete fare a meno, tra le altre meraviglie, anche questo splendido palazzo.

Nicoletta Esposito

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