Santuario Madonna della Salvazione di Jacurso

Il Santuario Madonna della Salvazione sorge a Jacurso, un piccolo paesino in provincia di Catanzaro.

Ph. @pespo57

La storia

La chiesa mariana di Jacurso, sita in viale Madonna della Salvazione, divenne Santuario, con  il decreto di mons. Rimedio, il 28 agosto del 2002.

Un nome unico nel suo genere che riprende il passo evangelico della Fuga in Egitto della Sacra Famiglia di Nazareth. Tale riferimento esprime la volontà di Maria e Giuseppe di salvare il Bambino Gesù, che poi si estende a tutta l’umanità assumendo un significato universale.

Nel 1654 la Chiesa era denominata “Sancte Maria de Monte Carmelo” ed era annessa al convento dei Carmelitani. Infatti, il Santuario ha origini antichissime come dimostra l’antica statua risalente al 1598.

Dalle visite pastorali di Perrone del 1654 si riscontra che la chiesa in origine era dedicata a “Santa Maria del Monte Carmelo”, ed era annessa al convento dell’Ordine dei Carmelitani, poi soppresso da papa Innocenzo X e le rendite assegnate al Seminario di Nicastro. Il convento distrutto  dal terremoto non fu più ricostruito e ad aggi  rimane visibile solo una parte di muro lungo il lato sinistro e sul retro del Santuario.

La chiesa che sorgeva in cima ad una collinetta circondata da un bosco di acacie, fu ricostruita dopo il terremoto del 1783  e per la sua posizione isolata rispetto al centro abitato divenne romitorio B. M. Virginis Carmelii, per poi successivamente assumere l’appellativo di Chiesa di Santa Maria come viene confermato dal registro parrocchiale dei morti dal 1869 al 1901.

Nel 1903 come emerge dalle visite pastorali di Règine, la chiesa invece era denominata “Ecclesiam Fugae Queri Jesu”.

Il Santuario Madonna della Salvazione di Jacurso fu distrutto dopo il terremoto del 1905 e venne ricostruito con le caratteristiche che appaiono attualmente.

La chiesetta è costituita da tre navate così distribuite:

  • l’altare maggiore dove vi è la Madonna della Salvazione
  • la navata di sinistra dove vi è la Madonna del Carmelo
  • la navata  di destra dove vi è la Madonna della Salvazione antica, chiamata anche “Madonna Greca”

Struttura esterna

Il Santuario ad oggi si eleva su un sagrato con una pavimentazione in pietra realizzato nel 2015. Il sagrato con aree e spazi verdi con muretti, si caratterizza da geometrie curve, con un asse di simmetria centrale rispetto alla facciata della chiesa. Progettato per preservare e custodire gli alberi di acacia, considerati sacri dagli Ebrei, perché di legno d’acacia dorato era realizzata  l’Arca dell’Alleanza, mentre per i cristiani cattolici l’Arca dell’Alleanza è un attributo alla Madonna. Tutte le geometrie de sagrato e delle aree verdi si dipartono dalla fontana, attraverso archi di cerchio che simbolicamente rappresentano l’abbraccio della Madonna che accoglie e accompagna i fedeli lungo il cammino verso Cristo. La presenza dell’acqua simboleggia la grazia, il battesimo e la purificazione. La fontana è sormontata da una scultura stilizzata della Madonna e del Bambino con le corone, elementi emblematici del rito dell’incoronazione, della Madonna della Salvazione. In continuità con il sagrato, un’area ben delimitata con prato e piccole palme, accoglie il monumento dei caduti caratterizzato da un cannone da due lapidi marmoree con i nomi dei caduti durante la 1° e la 2° Guerra Mondiale. In prossimità dell’ingresso del sagrato sul lato destro invece una piccola area ospita la statua di San Padre Pio acquistata   nel 2000. Il sagrato spazio dell’accoglienza e dell’incontro regala sul lato ovest una bellissima vista panoramica sul golfo di Lamezia.

La chiesa presenta una facciata a salienti e si caratterizza da un portale principale ligneo sormontato da un timpano spezzato.  In alto una finestra con vetrata a mosaico raffigurante una corona e il monogramma mariano, permette alla luce di entrare e di illuminare l’aula liturgica. I due ingressi laterali invece si caratterizzano da portali lignei sormontati da due timpani triangolari. La facciata si conclude con un timpano sorretto da due lesene.  Sul lato sinistro si scorge la presenza della torre campanaria che ospita tre campane di cui due più piccole e una più grande datata 1958, mentre sul lato destro un ulteriore porta d’ingresso permette l’accesso ai vani della sagrestia.

Struttura Interna

Il santuario presenta una pianta a croce latina suddivisa in tre navate e si caratterizza da una pavimentazione in marmo di Carrara e da un soffitto con decorazioni in stucco quadrilobati e roselline. La navata centrale è armoniosamente ritmata dal susseguirsi di lesene con capitelli dorici, che sorreggono i cornicioni e da arcate che permettono l’accesso alle navate laterali. Inoltre sul lato sinistro della navata centrale vi è conservato un pulpito preconciliare. L’arco trionfale è impreziosito dalla giaculatoria indulgenziale “ Madre di Dio e nostra Salvaci”, posta dopo l’incoronazione della Madonna della Salvazione del 1960. Il catino absidale riccamente impreziosito da decorazioni in stucco, custodisce all’interno di una nicchia la statua di fine ‘800 della Madonna della Salvazione, da poco restaurata dal maestro Giuseppe Mantella. L’altare marmoreo realizzato nel 1964 per volontà dell’arciprete don Adolfo Guzzo e con le offerte dei jacursesi come ci conferma l’iscrizione sul lato destro, presenta sotto la mensa un basso rilievo raffigurante la Fuga in Egitto. 

Le due navate laterali si caratterizzano da altari marmorei, frutto dei lavori di restauro negli anni 2000, su cui troneggia nella navata di sinistra la Madonna del Carmine, scolpita nel 1891 da Pietro Drosi da Satriano, come si apprende dal registro parrocchiale dei battesimi dal 1868 al 1901. Nella navata destra invece è custodita l’antica statua lignea della Madonna della Salvazione, denominata dai jacursesi Madonna greca,  realizzata nel 1598 e restaurata da Pietro Drosi nel 1892, come affermano le iscrizioni riportate nella concavità del retro della statua.

Nella navata sinistra è custodita la Madonna di Lourdes all’interno di una struttura lignea.

Le leggende

Vi sono diverse leggende che riguardano la costruzione del Santuario e la Madonna della Salvazione.

Una  di queste narra che i padri Carmelitani, intorno alla metà del ‘500 videro una bellissima ragazza raccogliere delle pietre e trasportarle per erigere la propria casa.

Questa visione li portò a costruire una piccola chiesetta vicino al loro convento ed in seguito anche la creazione della statua dedicata alla Madonna con i lineamenti simili a quelli della ragazza.

Un’altra leggenda narra che gli abitanti di un paese limitrofo a Jacurso, Curinga, cercarono di rubare la statua trasportandola sul basto di una mula  per portarla nella loro chiesa.

Ma ad un certo punto la statua si fece talmente pesante che furono costretti a fermarsi per la stanchezza e la poggiarono su una pietra che in seguito assunse la forma di un sedile, ancora oggi la pietra è visibile e si trova in una località chiamata “la pedata de la mula”. Durante la sosta i ladri si addormentarono, al loro risveglio la Madonna non c’era più e si resero conto che era tornata sull’altare maggiore della chiesa di Jacurso. Di questa leggenda si hanno riscontri sia nel canto “La Vera Rosa di Santa Maria”, sia nell’Inno composto da dan Adolfo Guzzo negli anni cinquanta.

La devozione e i festeggiamenti

Furono i padri carmelitani a trasmettere non solo ai jacursesi ma anche agli abitanti dei comuni vicini l’amore e la devozione per la Vergine della Salvazione.

Originariamente fino alla metà del ‘900 i festeggiamenti in onore della Madonna si svolgevano la domenica in Albis ovvero la prima domenica dopo Pasqua, per poi essere spostati all’ultima domenica di luglio.

Il popolo di Jacurso molto devoto alla Madonna, decise di cedere il proprio oro per la realizzazione delle corone, in segno di venerazione. 

Il rito dell’Incoronazione che si svolse per la prima volta nel 1960 durante i festeggiamenti solenni della Beata Vergine Maria, e che si ripete ogni anno, accompagnato da canti, fuochi e dal suono delle campane e della banda, rappresenta il fulcro di tutti i festeggiamenti religiosi.

La devozione alla Madonna è così grande da essere tramandata da generazione in generazione, tanto da decidere di realizzare nel 2003 con la fusione dell’oro donato dai fedeli uno stellario  e successivamente nel 2010 in occasione del 50° anniversario dell’Incoronazione furono realizzati sempre con la fusione dell’oro donato dalla popolazione, un rosario e un calice ad opera degli orafi Varrese.

In occasione dei festeggiamenti come tradizione vuole, le donne di Jacurso in segno di devozione e di riconoscenza preparano e portano in chiesa dei dolci tipici: i “Vutureja”.

Questi rappresentano figure antropomorfe e vengono offerti per chiedere alla Madonna il benessere fisico della persona cara per la quale viene preparato il dolce.

Un culto ben radicato, ricco di fede, storia e devozione.

Nicoletta Esposito

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