La leggenda di Scilla e Cariddi

Stretto di Messina

Scilla e Cariddi è una delle leggende che vengono tramandate da generazioni e non solo in Calabria. Lo stretto d Messina è stato per secoli luogo ricco di suggestione, tanto da creare una serie di miti e leggende che sono arrivate fino ai giorni nostri.

In quel punto di mare si creano una serie di venti che raggiungono anche i 90 km e scontrandosi danno forma a dei vortici.

I più noti sono quello che gli antichi chiamarono Cariddi (colei che risucchia), che si forma davanti alla spiaggia del Faro e l’altro Scilla (colei che dilania), che si forma sulla costa calabrese da Alta Fiumara a Punto Pezzo. Questi due vortici famosi derivano dall’urto delle acque contro Punta Torre Cavallo Cannitello.

Scilla e Cariddi

Scilla

Scilla, inizialmente era una bellissima ninfa, di rara bellezza. 

Secondo alcuni era la figlia della dea Cratesio, mentre secondo altri della divinità marina Forco e di Ecate, la dea degli incantesimi e degli spettri. 

La ninfa, amava passeggiare lungo le spiagge di Zancle (antica Messina). Era tanto bella quanto vanitosa, tanto da non concedersi facilmente a nessuno dei suoi corteggiatori. Tra questi vi era Glauco, dio marino per metà pesce. 

Quest’ultimo si era perdutamente innamorato di Scilla al punto di ricorrere alla magia della maga Circe per farla innamorare.

La maga, interessata a Glauco, al posto di elaborare una pozione d’amore fece in modo che Scilla si trasformasse in un mostro con 12 zampe e 6 teste di cani.

Presa dalla disperazione, la ninfa decise di nascondersi nelle profondità delle acque marine scaricando il suo rancore nei confronti dei marinai che si avvicinavano. 

Il mostro venne ucciso da Ercole, irato per la perdita del suo gregge durante l’attraversamento dello stretto di Messina, ma per natura divina venne resuscitata e posta nuovamente come guardiana dello stretto. 

Cariddi

Cariddi, figlia di Poseidone e di Gea, si macchiò di un grave affronto al semidio Ercole, sottraendogli dei buoi al suo gregge per mangiarseli al passaggio dallo Stretto di Messina con la mandria di Gerione.

Ercole si rivolse a Zeus affinché punisse la giovane per la sua ingordigia, così Zeus la trasformò in un mostro scagliandole contro un fulmine. 

Cariddi, tracanna enormi quantità di acqua e la reputa con violenza nel mare causando vortici e inghiottendo le navi. 

Scilla e Cariddi si trovano nello stretto di Messina poste una di fronte all’altra.

Nicoletta Esposito

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