La Statua del Cristo Redentore di Montalto, precisamente a San Luca, è uno dei simboli più significativi dell’Aspromonte e della Calabria, emblema di fede e spiritualità. Innalzata sulla cima di Montalto, a 1.956 metri di altitudine, questa statua domina il paesaggio del Parco Nazionale dell’Aspromonte ed è visibile anche da lontano, un punto di riferimento per escursionisti e pellegrini che giungono fin qui attratti dalla bellezza naturale e dal significato profondo che quest’opera incarna.

Per raccontare la sua storia dobbiamo tornare indietro di un secolo, ovvero al giubileo del 1900, il cui motto era: “Jesu christo deo restitutae per ipsum salutis-anno MCM – Leo P.P.XIII “. Il Giubileo del 1900 venne guidato da Papa Leone XIII che scelse di far fare 3 statue del Cristo Redentore da collocare su 3 vette italiane. Una di queste statue venne posizionata a Montalto, a più di 1950 metri di altitudine, sulla vetta più alta dell’Aspromonte all’interno del Parco Nazionale.
La Statua del Cristo Redentore: inaugurazione e scultore.
La Statua del Redentore fu inaugurata dal Cardinale Portanova il 23 settembre del 1901. La statua fatta in bronzo venne realizzata a Roma dallo scultore Francesco Ierace e date le scarse possibilità di trasporto, venne portata sulla vetta più alta dell’Aspromonte pezzo per pezzo con l’aiuto di numerosi muli. A decidere il luogo dove innalzare la Statua fu il comitato Calabro come scrive R. Cotroneo in ” FEDE E CIVILTA’ del 12 Agosto 1899:
” Ma è l’Aspromonte, che quasi immane gigante estolle il suo capo in Montalto, e le sue braccia distende ai due mari , l’Jonio e il Tirreno, ed i piedi , lieve lieve, lambe nel Siculo stretto, ha più diritto di portar sul suo selvoso dorso la statua, o ricordo che sia, del Redentore. Qui città scomparse, qui per lungo e per largo in ogni epoca, fino a quest’ultimi anni, orde e schiere di combattenti e guerre sterminatrici, qui sconvolgimenti tellurici continui.. E’ in fondo a Montalto, la cima più culminante dell’Aspromonte, un tempio Sacro alla Vergine, dal titolo della Montagna o di Polsi, celebratissimo, miracolosamente surto ai tempi di Ruggiero Normanno, ove affluiscono a migliaia carovane di devoti di Calabria e di Sicilia”
Nel corso degli anni la Statua del Cristo Redentore è stata sottoposta a diverse intemperie come agenti atmosferici e terremoti. Durante i numerosi decenni ci furono diversi restauri, l’ultimo risale al 1975 ad opera del professore De Raco e benedetta da Monsignor Ferro a Gambarie. Questa tenacia nella ricostruzione riflette la resilienza e l’attaccamento alla fede della popolazione locale, che vede in questa statua un faro spirituale e culturale.
La rosa dei venti

Nel 1994, accanto alla statua è stata collocata una rosa dei venti, realizzata in bronzo e pietra di Lazzaro, un materiale tradizionale utilizzato fin dai tempi della Magna Grecia. Questa rosa dei venti, oltre a essere un utile strumento per orientare gli escursionisti, è stata posta come simbolo di tolleranza e fratellanza tra i popoli. Con le sue braccia spalancate e la vista mozzafiato che abbraccia la Calabria, lo Stretto di Messina e, nelle giornate limpide, persino l’Etna e le isole Eolie, il Cristo Redentore di Montalto diventa così un invito a superare le differenze, trovando nella bellezza del paesaggio e nella spiritualità un legame comune.
Seguici