Il Teatro Rendano di Cosenza

Il Teatro Rendano di Cosenza è ubicato nella suggestiva Piazza XV Marzo, la più ampia del centro storico bruzio, con un’altitudine di 267 metri sul livello del mare. Questa straordinaria struttura è dedicata alla memoria del rinomato pianista e compositore Alfonso Rendano.

La Storia del teatro Rendano

La storia del Teatro Alfonso Rendano affonda le sue radici nel Rinascimento, un’epoca in cui Cosenza vide la nascita delle prime opere teatrali e sperimentò le prime esperienze musicali. Questa ricca tradizione è preceduta dalle storie di tre teatri cosentini, di cui oggi rimane poco o niente, ma che testimoniano l’effervescenza culturale che ha sempre contraddistinto la città di Cosenza fino all’Ottocento.

Nel 1810, l’amministrazione cittadina fu incaricata da Gioacchino Murat di costruire un teatro, ma solo nel 1819 il re Ferdinando di Borbone ne ordinò ufficialmente la costruzione. Nel 1830 sorse il Teatro Real Ferdinando, situato nell’area di una vecchia chiesa dell’ordine dei Gesuiti, oggi occupata dall’ex liceo “Bernardino Telesio”. Nel 1853, il Teatro Real Ferdinando fu demolito, ad eccezione del suo pronao di ispirazione neoclassica, con quattro colonne doriche e un frontone.

Nel 1857, alcuni appassionati dell’arte, cittadini privati, decisero di erigere un teatro temporaneo in legno, noto come Baraccone ligneo, proprio di fronte al palazzo della Prefettura, utilizzando gli arredi provenienti dallo smantellamento del vecchio Teatro Real Ferdinando.

Nel 1877, il Comune di Cosenza prese la decisione di costruire il Teatro Comunale sul terreno precedentemente occupato dal Baraccone, con un progetto dell’ingegnere Nicola Zumpano dell’Ufficio tecnico comunale. I lavori procedettero con difficoltà e furono spesso sospesi, ma finalmente, il 20 novembre 1909, il Teatro Comunale (noto anche come Teatro Massimo) aprì le sue porte alla città con una sontuosa esecuzione dell’opera “Aida” di Giuseppe Verdi, eseguita dalla compagnia Corsi-Bruno-Areson-Minolfi e accompagnata dall’orchestra diretta dal Maestro Perosio. Tuttavia, la serata suscitò polemiche e disapprovazioni a causa dei costi elevati dell’evento e dell’eleganza delle toilettes indossate dalle signore dell’alta borghesia e dell’aristocrazia cittadina.

L’interno del Teatro Comunale presentava una vasta sala con tre ordini di palchi, tutti rivestiti in velluto rosso cremisi. Questa sala era adornata da splendide decorazioni pittoriche e in stucco realizzate da artisti come Giovanni Diana di Napoli nella sala e Enrico Salfi nel soffitto, che raffigurava allegorie delle arti in distinti gruppi di figure.

Il sipario storico, disegnato da Domenico Morelli ed eseguito dal pittore napoletano Paolo Vetri nel 1901, ancora oggi si conserva e raffigura il festoso arrivo a Cosenza nel 1433 del Duca di Calabria e Re titolare di Napoli, Luigi III d’Angiò, e della sua giovane sposa Margherita di Savoia.

Nel periodo tra il 1916 e il 1920, l’attività teatrale subì un notevole ridimensionamento a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, durante il quale il Teatro Massimo fu temporaneamente utilizzato come caserma militare.

Le attività teatrali ripresero nel 1920 e nel 1935, e fu proprio in quegli anni che il Teatro Comunale venne intitolato al famoso pianista e compositore Alfonso Rendano.

Nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, una bomba destinata al vicino Castello Normanno-Svevo, utilizzato come sede della contraerea, colpì direttamente il teatro, causando la distruzione del soffitto e gravi danni a tutte le suppellettili.

I lavori di ricostruzione iniziarono nel 1953 e furono affidati all’architetto partenopeo Ezio Gentile. Il nuovo Teatro fu ricostruito seguendo uno stile neoclassico che quasi fedelmente riproduce lo schema originario. Questo nuovo edificio fu impreziosito da stucchi e decorazioni che adornano tutti gli spazi interni. Inoltre, nell’ultimo piano dell’edificio fu creato un ampio foyer, successivamente intitolato al Maestro e compositore cosentino Maurizio Quintieri. Il 7 gennaio 1967, i cittadini di Cosenza festeggiarono l’inaugurazione del nuovo Teatro con una rappresentazione della “Traviata” di Verdi, diretta dal Maestro Armando La Rosa Parodi e interpretata da rinomati artisti come Virginia Zeani, Luciano Saldari e Lino Puglisi.

Il 16 novembre 1976, il Teatro Comunale “A. Rendano” fu ufficialmente riconosciuto come Teatro di Tradizione per la sua significativa attività culturale e artistica e per il suo contributo alla preservazione delle tradizioni artistiche e musicali locali.

Ancora oggi, il Teatro Rendano rappresenta il fulcro delle attività artistiche dell’intera regione e ha ospitato una straordinaria varietà di talenti nel corso dei suoi oltre cento anni di storia, tra cantanti, direttori d’orchestra e musicisti di fama.

L’interno del teatro Rendano

L’interno del Teatro Comunale Alfonso Rendano presenta uno stile neoclassico ottocentesco, caratterizzato da tre ordini di eleganti palchi e una ricca decorazione artistica. La sua caratteristica principale è il soffitto, il cui fulcro è costituito da un affresco realizzato dal pittore cosentino Enrico Salfi. Questo affresco rappresenta cinque grandi allegorie che simboleggiano le Arti teatrali, con il trionfo di Venere circondata dalle Muse della danza, della poesia lirica, della commedia e della tragedia. Purtroppo, queste splendide decorazioni originali del soffitto andarono distrutte durante un bombardamento nel 1943. Tuttavia, tra le parti ancora originali, si trova il prezioso sipario storico, dipinto dal napoletano Paolo Vetri nel 1901, che raffigura il festoso arrivo a Cosenza nel 1433 del Duca di Calabria e Re titolare di Napoli, Luigi III d’Angiò, e della sua giovane sposa Margherita di Savoia.

All’interno, la sala del teatro ha una forma a ferro di cavallo e offre una capacità di 800 posti, di cui 336 in platea e 479 distribuiti tra i tre ordini di palchi e la galleria. Il palcoscenico è ampio, con una profondità di 14 metri, una boccascena di 14 metri e una graticcia alta 19 metri, il che lo rende adatto per ospitare spettacoli lirici e di prosa anche molto complessi. La disposizione degli spazi consente inoltre di accogliere concerti sinfonici, spettacoli di danza e importanti eventi congressuali. Il teatro dispone anche di un laboratorio di falegnameria, una sartoria, una sala trucco e un’area infermieristica. Inoltre, all’interno del teatro si trova la Sala “Maurizio Quintieri”, una stanza di dimensioni generose (16 x 16,5 metri) che può ospitare 150 persone sedute e dispone di una pedana illuminata da riflettori e di due pianoforti.

L’esterno

Per quanto riguarda l’esterno del teatro, la facciata riprende il tema architettonico dell’eclettismo umbertino, tipico del periodo che va dal 1904 al 1934 circa. Questa facciata è caratterizzata da un porticato con imponenti pilastri che dominano la Piazza XV Marzo, con bugne lisce separate da alcune cornici. Il piano superiore presenta un sistema di lesene binato che delimita gli archivolti dei balconi, mentre l’intero apparato è sormontato da una cornice continua. Una balaustra traforata si erge sopra questa cornice, al centro della quale si trova lo stemma civico, conferendo un tocco di eleganza all’edificio.

Nicoletta Esposito

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