Parco archeologico di Capo Colonna


La storia dell’antica Grecia è intrisa di miti, leggende e magnifiche opere architettoniche che ancora oggi catturano l’immaginazione di chiunque le contempli. Immerso nella maestosità del paesaggio calabrese, il Parco Archeologico di Capo Colonna si erge come un tesoro di storia e cultura, racchiudendo in sé le testimonianze di un’epoca gloriosa.

Parco Archeologico di Capo Colonna

Il Parco Archeologico di Capo Colonna, situato a circa 10 km da Crotone, si estende su una superficie di circa 50 ettari, abbracciando la punta più orientale del promontorio di Capo Colonna, noto nell’antichità come “Lakinion akron”. Questo parco racchiude una ricca storia che si svela attraverso le rovine dell’antico Heraion, il bosco sacro alla dea Hera, e il Museo archeologico che conserva tesori preziosi.

Il Tempio Dorico di Hera Lacinia

Il cuore del santuario è rappresentato dal grande tempio dorico di Hera Lacinia , eretto intorno al 480-470 a.C. Il tempio stesso aveva la classica forma dei templi greci, con un complesso di 48 colonne in stile dorico, alte oltre 8 metri e composte da 8 rocchi scanalati. Il tetto, realizzato con lastre di marmo e tegole in marmo pario, conferiva al tempio un’imponenza e una bellezza straordinarie. Sebbene gran parte dell’edificio sia andata perduta nel corso dei secoli, le tracce delle fosse di fondazione e parte dello stilobate orientale rimangono come testimonianza tangibile del suo antico splendore. La singola colonna superstite, emblema del Parco e del promontorio, si erge come un simbolo vivente del passato glorioso.

Tesori dell’Antichità e Museo Archeologico

Nell’area sacra sono presenti anche i resti di un antico luogo di culto arcaico, da cui provengono i preziosi oggetti votivi del cosiddetto Tesoro di Hera. Alcuni di questi reperti sono conservati nel Museo archeologico nazionale di Crotone. Il museo, inaugurato nel 2006, offre un’esperienza coinvolgente attraverso tre sezioni. La prima sezione è dedicata all’abitato romano, la seconda accoglie i reperti dell’area del santuario, e la terza espone reperti provenienti dai fondali della costa crotonese, inclusi i carichi di marmi romani del relitto di Punta Scifo.

La colonna e il suo contesto

Al giorno d’oggi, la Colonna di Capo Colonna si erge con imponenza sul promontorio omonimo, a circa 11 km da Crotone, all’interno del suggestivo Parco Archeologico. Alta 830 cm, questa colonna dorica presenta 8 rocchi con 20 scanalature piatte, testimonianza dell’abilità e della maestria degli antichi artigiani greci.

La collocazione della colonna era parte integrante del Tempio di Hera Lacinia, situato su un grande stilobate. Questo tempio era di fondamentale importanza nell’antica Grecia, fungendo da sede per la Lega Italiota fino al IV secolo a.C.

Evoluzione nel tempo

Il destino della Colonna è stato segnato da eventi storici e naturali. Prima del terremoto del 1638, sul luogo si ergevano due colonne affiancate, con un basamento di dimensioni più imponenti. Nel corso del XVIII secolo, gran parte delle rovine del tempio venne utilizzata per la costruzione del Porto di Crotone.

Significato di Capo Colonna nell’antichità

Il promontorio di Capo Colonna, conosciuto anche come Capo Lacinio in epoche passate, costituiva il limite meridionale del golfo di Taranto. La presenza delle colonne rimaste in piedi del santuario di Hera rendeva il luogo un punto di riferimento cruciale per la navigazione e la definizione dei confini.

Il toponimo moderno, Capo Colonna, deriva proprio dalla presenza della singola colonna rimasta eretta del tempio di Hera Lacinia. Fino al XVI secolo, il luogo era chiamato “Capo delle Colonne”, riflettendo la presenza di due colonne ancora in piedi.

L’eredità di Capo Colonna

Oggi, la Colonna di Capo Colonna è un simbolo tangibile dell’antica grandezza greca. Il Parco Archeologico, che ospita questa testimonianza di un passato glorioso, attira visitatori e studiosi desiderosi di immergersi nella storia dell’antica Grecia. La maestosità della Colonna di Capo Colonna è un richiamo al nostro passato, un ponte che collega il presente a un’epoca in cui la Grecia antica prosperava e i templi erano manifestazioni tangibili della devozione e dell’abilità umana.

Nicoletta Esposito

Seguici sui nostri social

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *