Il castello Ruffo di Amendolea è un’importante testimonianza storica, non solo per il suo ruolo strategico come confine tra le città di Locri e Reggio, ma anche per la sua evoluzione attraverso i secoli. Questo imponente edificio ha giocato un ruolo cruciale nelle dinamiche politiche e militari della regione, influenzando le vicende storiche locali.
Origini e Costruzione del Castello
Le origini del castello nella valle della fiumara Amendolea risalgono all’epoca normanna. La fondazione è generalmente attribuita a Riccardo di Amendolea, anche se è probabile che la sua costruzione sia avvenuta in diverse fasi. Queste tappe di edificazione furono guidate da vari gruppi che esercitavano il controllo sulla regione durante il Basso Medioevo. L’esistenza del castello in epoca normanna è confermata da studi sulle tecniche di costruzione utilizzate nelle sue parti più antiche.
Demolizione e Restaurazione: Il XIII e XVII Secolo
Nel corso del XIII secolo, il castello subì i danni della campagna di demolizione voluta da Federico II di Svevia nel 1230. Le tracce di questi danneggiamenti sono ancora visibili sulle mura del castello. Successivamente, il castello fu oggetto di numerosi restauri e divenne il fulcro delle lotte di potere tra le famiglie nobili locali, tra cui gli Amendolea e i Ruffo. Quest’ultima famiglia acquisì il castello nel 1624 e ne mantenne il possesso fino alla fine dell’epoca feudale nel 1806.
Conflitti e Amministrazione durante il XVII Secolo
Durante il XVII secolo, la famiglia Ruffo gestì il castello attraverso i baglivi, amministratori del feudo incaricati di esercitare il potere per conto dei feudatari. Tra i baglivi più noti si annoverano A. Rebuffo, F. Polistena e G. Sangallo, noti per i conflitti che scossero la zona. In alcuni casi, questi amministratori abusarono del loro potere, contribuendo a creare tensioni nella regione.
La Struttura del Castello Oggi
Oggi, del castello rimangono solo alcuni ruderi: le mura perimetrali, una torre e ciò che un tempo fungeva da luogo di culto per la comunità, che contava circa 300 abitanti. L’accesso al castello è possibile tramite una lunga scalinata, costruita recentemente, che parte dalla strada asfaltata nelle vicinanze.
All’ingresso, sulla destra, si trova una vasta stanza che originariamente fungeva da cisterna per l’acqua. Nonostante la vicinanza della fiumara Amendolea, che in passato aveva un flusso più consistente rispetto a oggi, l’approvvigionamento idrico era una sfida significativa. Al centro del castello si trovava una grande sala, oggi ricoperta di erba e rocce, con tre ampie finestre rivolte a est e nicchie per le sentinelle.
Caratteristiche Uniche e Scoperte Archeologiche
Il castello possiede alcune caratteristiche architettoniche uniche. Una delle torri presenta un ingresso situato al primo piano, accessibile solo tramite un ponte levatoio, pensato per impedire l’accesso ai nemici. Più a sud, si trovano i resti degli edifici che costituivano la comunità di Amendolea e la chiesa protopapale, dove sono state scoperte opere d’arte significative, tra cui un bassorilievo e una statuetta della Madonna, attribuiti all’artista siciliano Antonello Gaggini.
Composizione delle Mura e Danni Strutturali
Le mura del castello sono costruite con una miscela di zolfo e ferro bolliti, estratti dalle rocce locali. Questo tipo di costruzione ha il vantaggio di diventare più solido nel tempo. Tuttavia, i terremoti del 1783 e del 1908, insieme agli attacchi nemici, hanno causato danni significativi alla struttura, compromettendo ulteriormente un edificio già provato dai secoli di storia.
Nicoletta Esposito
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