Il Parco Archeologico Urbano di Brancaleone Vetus si trova nel comune di Brancaleone, in provincia di Reggio Calabria. Sorge su un promontorio di arenaria a 311 metri di altitudine, alle spalle della moderna cittadina costiera, e rappresenta un prezioso patrimonio storico, culturale e paesaggistico della Calabria meridionale.

La storia
Le origini di Brancaleone Vetus risalgono molto probabilmente al VI-VII secolo d.C., anche se recenti scoperte archeologiche hanno attestato la presenza umana sul sito già dall’età del Ferro. In epoca tardo-antica e medievale, l’area divenne rifugio e luogo di insediamento per i monaci greco-bizantini provenienti dall’Oriente, in fuga dalle persecuzioni iconoclaste e musulmane.
Secondo lo storico Natoli, tra i più attendibili della zona, l’arrivo dei monaci determinò una profonda trasformazione della civiltà locale, favorendo un significativo sviluppo culturale, religioso ed economico. I monaci vivevano secondo i principi della preghiera, del lavoro e dell’austerità: si dedicavano alla coltivazione dei campi, all’apicoltura e alla trasmissione di conoscenze, diventando punto di riferimento per la popolazione locale, che iniziò a costruire abitazioni nei pressi dei monasteri. Così nacquero veri e propri agglomerati urbani, tra cui Brancaleone Superiore.
In un primo momento, i monaci si rifugiarono nelle grotte naturali presenti nella zona o scavarono cunicoli comunicanti per sfuggire alle incursioni saracene. Solo tra l’XI e il XII secolo, con la fine delle minacce costanti, avviarono la costruzione di monasteri stabili.
L’antico nome di Brancaleone era “Sperlinga” o “Sperlonga”, dal latino Spelunca e dal greco Spelungx, che significa “caverna”, proprio in riferimento alla presenza di numerose grotte utilizzate come rifugi e luoghi di culto. La collocazione del borgo su un colle era dettata da esigenze difensive e di controllo del territorio sottostante, tipiche dell’architettura basiliana.
Nel corso dei secoli, Brancaleone Vetus fu governata da diverse famiglie nobiliari:
- i Ruffo (1364-1515)
- gli Ayerbo d’Aragona (1515-1565)
- gli Spatafora (dal 1571)
- i Carafa (dal 1674 al 1806).
Nel 1774, il feudo fu intestato a Vincenzo VII Carafa, ultimo Marchese di Brancaleone, prima dell’abolizione della feudalità.
L’abitato fu più volte colpito da devastanti terremoti, in particolare quello del 1783, che segnò l’inizio dell’abbandono del borgo. Ulteriori scosse tra il 1905 e il 1908 accelerarono il declino, culminato con l’abbandono definitivo alla fine degli anni ’50, quando la popolazione si trasferì nella nuova Brancaleone Marina.
Il Parco Archeologico
Oggi Brancaleone Vetus è un suggestivo borgo fantasma che conserva un’impronta medievale unica. Il Parco Archeologico è gestito e curato dalla Pro Loco locale, che negli ultimi anni ha avviato diversi progetti di recupero e valorizzazione dell’area, favorendo un crescente interesse turistico a livello locale, nazionale e internazionale.
Il sito è articolato in due nuclei insediativi principali:
- Il primo, situato nei pressi della Chiesa Matrice dell’Annunziata e della rupe su cui sorgeva il castello (costruito nel XV secolo).
- Il secondo, sviluppatosi successivamente, nei pressi della Chiesa Arcipretale dell’Annunziata (costruita negli anni ’30), che conserva un pregevole altare in marmi policromi del Cinquecento.
Di particolare rilevanza è il complesso di ambienti rupestri che caratterizza l’area. Si tratta di circa dieci celle monastiche e quattro grotte-chiese, risalenti tra l’VIII e il XII secolo. Alcune di queste chiese rupestri conservano ancora incisioni sacre di matrice armena. Le grotte furono in seguito adattate a rifugi dalla popolazione locale per sfuggire agli attacchi arabi o utilizzate come ambienti di servizio annessi alle abitazioni.
La visita
Il Parco offre oggi diversi percorsi turistici e didattici che illustrano la storia, la geografia e la morfologia del sito. I visitatori possono passeggiare tra i ruderi, le chiese rupestri, le grotte monastiche e le antiche strade medievali, godendo di un panorama mozzafiato sulla costa ionica calabrese e sul territorio circostante.
Brancaleone Vetus rappresenta un raro esempio di insediamento rupestre e medievale in Calabria, testimonianza viva della presenza bizantina e della resilienza di un territorio che ha saputo reinventarsi nei secoli.
Sabina Maiolo
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