Il periodo francese iniziato con l’invasione del Regno di Napoli nel 1805 e conclusosi con la fucilazione di Murat nel 1815, registrò importanti accadimenti anche a Serra San Bruno.
Qui il generale Manhés decise la chiusura delle chiese e la cacciata dei Sacerdoti per punire i serresi di dare asilo ai briganti.
Il contesto
Le continue vessazioni dei francesi che, come scriveva Sharo Gambino, credevano di essere tra “i selvaggi d’Europa”, alimentarono il fenomeno del Brigantaggio.La guardia civica si spingeva nei boschi a caccia di Briganti.Fu così che nel 1811 tre di loro si prodigarono per chiedere un salvacondotto tramite una quarta persona: Raffaele Timpano. I francesi si recarono così nella baracca in cui i briganti si nascondevano.Ma i gendarmi furono uccisi dai briganti nel tentativo di irrompere nella baracca.
Manhés chiude le chiese Serra San Bruno
La morte degli ufficiali fu un’onta troppo grande da sopportare per i francesi. Fu così che il generale Manhés, che nella “Platea” viene così descritto: “non era un uomo ma un diavolo vestito di carne umana” chiuse le chiese di Serra San Bruno e allontanò i sacerdoti a Maida non prima di aver condannato a morte per impiccagione Raffaele Timpano.
Le chiese si sarebbero nuovamente aperte solo dopo l’estinzione dei brigantaggio.
La Resistenza dei Serresi
I Serresi più coraggiosi partecipavano ugualmente alla celebrazione Eucaristica probabilmemte nella Chiesetta di San Lorenzo, che sorgeva a 100 metri di distanza dall’attuale Chiesa di San Girolamo.La Messa veniva celebrata anche in montagna, di nascosto, nei pressi di quella che venne così chiamata: La Pietra del Signore.
“Io vi condanno d’ora innanzi a non far più parte della società umana; voi siete ferocissime bestie che non osservate nessuna legge.”
Sabina Maiolo
Seguici sui nostri social