Calabresi eccellenti: Corrado Alvaro

Corrado Alvaro nasce a San Luca il 15 Aprile 1895. Il nostro Calabrese eccellente fu scrittore, poeta, giornalista e sceneggiatore.
I primi anni della sua formazione li trascorse in un collegio gesuita a Frascati. A Catanzaro si diplomò al liceo e qui rimase fino all’entrata in guerra dell’Italia quando fu chiamato alle armi. Un anno dopo venne ferito e così si trasferì a Roma dove iniziò la sua carriera giornalistica.

Il giornalista

Tornato dalla guerra comincia a collaborare a Il Resto del Carlino e, quando ne diventa redattore, si trasferisce a Bologna e si sposa.
Nel 1919 si trasferisce a Milano come collaboratore del Corriere della Sera. Nello stesso anno consegue la laurea in Lettere all’Università di Milano. Nel 1921 diventa corrispondente da Parigi de Il Mondo di Giovanni Amendola. Collabora al giornale satirico Becco giallo. Nel 1925 è tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce. Tuttavia, nel 1934, pubblica un reportage sulla bonifica dell’Agro Pontino per l’Istituto Fascista di cultura. Anche se si giustificherà dicendosi a favore di qualunque opera di bonifica indipendentemente dal mandante verrà accusato di apologia del fascismo.
Si reca nel 1928 a Berlino, dove continua la sua attività di giornalista, collaborando con La Stampa e con L’Italia Letteraria (per cui il 14 aprile 1929 intervistò Luigi Pirandello). Torna in Italia nel 1930, ed è in visita in Turchia nel 1931 e in Russia nel 1935. Quindi, dal 1937, collabora con la rivista Omnibus di Leo Longanesi con diversi articoli sulla Rivoluzione d’ottobre del 1917 e la società sovietica.

Lo scrittore

Nel 1938 pubblica L’uomo è forte, un romanzo realizzato dopo un viaggio in Russia. Una critica del totalitarismo stalinista e non solo, con cui si aggiudica il Premio dell’Accademia d’Italia per la letteratura, ma che gli vale l’accusa ancora una volta l’accusa di fascista da parte di Giacomo Debenedetti.
Dal 25 luglio all’8 settembre del 1943 assume la direzione del Popolo di Roma, del quale era già stato critico teatrale tra il 1940 e il 1942. Costretto alla fuga dall’occupazione tedesca di Roma, si rifugia a Chieti sotto il falso nome e si guadagna da vivere impartendo lezioni d’inglese.

L’impegno per gli scrittori

Nel 1945 fonda, con Libero Bigiaretti e Francesco Jovine il Sindacato Nazionale Scrittori. Ne ricopre fino alla morte la carica di segretario. Fonda poi la Cassa Nazionale Scrittori. Nello stesso anno per sole tre settimane è primo direttore del Giornale radio nazionale della Rai, nominato da Luigi Rusca incaricato dal governo Bonomi.
Dal 7 marzo al 15 luglio 1947 assume la direzione del quotidiano Risorgimento di Napoli di proprietà di Achille Lauro. Alvaro imprime una netta svolta a sinistra che però lo mette in rotta con l’editore. Egli lo spingerà alle dimissioni nel luglio dello stesso anno.

Il premio Strega

Nel 1949 pubblica la tragedia Lunga notte di Medea incentrata sul mitologico scontro di Giasone e di Medea. Interpretato come opposizione fra l’uomo stanco di eroismo e chi anela ancora al gesto eroico. Da qui traspare, secondo Giorgio Bàrberi Squarotti, una «nostalgia “reazionaria” di intatti ideali, di mitica santità di principi, al di là della storia».

Nel 1951 vince il premio Strega con Quasi una vita. Il 1951 fu l’anno della cosiddetta “grande cinquina. Tra i vincitori figuravano anche L’orologio di Carlo Levi, Il conformista di Alberto Moravia, A cena col commendatore di Mario Soldati e Gesù, fate luce di Domenico Rea.
Corrado Alvaro muore nel 1956 a causa di un tumore addominale.
I manoscritti conservati a Roma sono stati acquistati della Regione Calabria e donati alla Fondazione Corrado Alvaro che ha sede a San Luca.

Le intitolazioni

A Reggio Calabria presso la Biblioteca De Nava è stata istituita in sua memoria la Sala Corrado Alvaro, che contiene gli arredi, i tappeti, i quadri e i libri dello studio dello scrittore, donati alla Biblioteca dalla moglie Laura e dal figlio Massimo.
Vallerano ha intitolato allo scrittore una via, la biblioteca comunale e le scuole elementari.
Il Parco Nazionale dell’Aspromonte ha creato il Parco Letterario “Corrado Alvaro”, un itinerario culturale che comprende la casa natale del letterato a San Luca.

Le opere

-Polsi nell’arte, nella leggenda, e nella storia (1912)
-Poesie grigioverdi (1917)
-La signora dell’isola 1930
-La siepe e l’orto (1920)
-L’uomo nel labirinto (1926)
-L’amata alla finestra (1929)
-Vent’anni (1930)
-Gente in Aspromonte (1930), che gli vale il primo importante premio letterario italiano, bandito da La Stampa nel 1931
-La signora dell’isola (1930)
-Itinerario italiano (1933)
-Il mare (1934)
-Terra Nuova. Prima cronaca dell’Agro Pontino (1934)
-L’uomo è forte (1938), Premio dell’Accademia d’Italia della letteratura 1940
-Incontri d’amore (1940)
-L’età breve (1946) primo romanzo del ciclo “Memorie del mondo sommerso”, comprendente anche “Mastrangelina” e “Tutto è accaduto”
-Lunga notte di Medea (1949)
-Quasi una vita (1950), premio Strega 1951
-Il nostro tempo e la speranza (1952)
-Un fatto di cronaca (1955)
-Belmoro (1957, postumo),
-Mastrangelina (1960, postumo), secondo romanzo del ciclo “Memorie del mondo sommerso”
-Tutto è accaduto (1961, postumo), terzo romanzo del ciclo “Memorie del mondo sommerso”.

Filmografia

-L’angelo ferito (1927)
-Casta diva (1935)
-L’albero di Adamo (1938)
-Solitudine (1941)
-Noi vivi (1942)
-Addio Kira! (1942)
-Carmela (1942)
-Febbre (1943)
-Resurrezione (1944)
-La carne e l’anima (1945)
-Patto col diavolo (1950)
-Roma ore 11 (1952)
-Paura sul mondo (1979),
-Tagebuch der Geliebten (1935)
-Il diario di una donna amata 1936)
-Una donna tra due mondi (1936)
-L’albero di Adamo (1938)
-Terra di nessuno (1939)
-Solitudine (1941)
-Fari nella nebbia (1942)
-Una notte dopo l’opera (1942)
-La storia di una capinera (1943)
-Resurrezione (1944)
-La carne e l’anima (1945)
-Caccia tragica (1947)
-Riso amaro (1949)
-Donne senza nome (1950)

L’intellettuale

Corrado Alvaro fu dunque letterato a 360° ma fu soprattutto un intellettuale. Grazie alla sua forte sensibilità civile, etica e culturale ha compreso già negli anni trenta che il mondo stava cambiando e che il male si stava diffondendo in Europa. Egli avvertì chiaramente la minaccia e attraverso gli scritti letterari, giornalistici e i numerosi saggi urlò a gran voce il baratro verso cui l’Italia si avviava.
Corrado Alvaro ha raccontato molti aspetti dell’animo umano, della vita in sé, del meridione e dell’Italia con una capacità di narrazione che andrebbe riscoperta maggiormente.
Fu uomo dalle mille anime civili e letterarie. Spiegò la fatica di chi voleva ‘salire’, riscattarsi, partendo dal paese senza possibilità per andare altrove. Le sue pagine sull’Aspromonte, su San Luca e sui suoi luoghi lasciati nell’arretratezza, lo formarono e lo costruirono come uomo e come artista della parola.
In lui sono convissute due anime: quella dell’uomo antico e quella dell’uomo moderno. A lui il merito di aver esaltato la Calabria, la sua storia e la sua cultura.

“I calabresi mettono il loro patriottismo nelle cose più semplici, come la bontà dei loro frutti e dei loro vini. Amore disperato del loro paese, di cui riconoscono la vita cruda, che hanno fuggito, ma che in loro è rimasta allo stato di ricordo e di leggenda dell’infanzia.”
Corrado Alvaro

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Sabina Maiolo

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