La Calabria dell’occitano, dell’arbëreshë e del greco antico

Le lingue minoritarie sono dei veri e propri tesori linguistici che raccontano storie millenarie di culture e comunità che hanno resistito al passare del tempo. In questo articolo esploreremo  tre di queste lingue affascinanti: la Calabria dell’occitano parlato a Guardia Piemontese, dell’arbëreshë parlato nel cosentino e del greco antico nella Calabria grecanica.

Scopriremo l’importanza di queste lingue, il loro contesto storico e le sfide che si trovano ad affrontare oggi.

L’occitano a Guardia Piemontese

L’occitano è una lingua romanica che trae le sue origini dal latino volgare parlato nell’antica regione del sud-ovest della Francia. Sebbene sia tradizionalmente associato alla Francia, l’occitano è anche parlato al di là delle sue frontiere nazionali. In alcune valli del Piemonte esistevano ed esistono le comunità valdesi occitane. Ma in Calabria esiste l’unico paese valdese del sud Italia in cui si parla l’occitano: Guardia Piemontese.

Guardia Piemontese è una comunità storica di lingua occitana che risale al XIII secolo, quando un gruppo di occitani piemontesi fuggì dalla persecuzione ed emigrò nella regione calabrese. La lingua occitana è sopravvissuta nel tempo grazie all’isolamento geografico di Guardia Piemontese e all’orgoglio della comunità nel preservare le proprie radici linguistiche. Oggi, questa lingua viene considerata un importante patrimonio culturale e rappresenta un punto di riferimento per lo studio delle lingue romanze dell’Italia meridionale.

Il greco antico nella Calabria grecanica

La Calabria grecanica, nella punta dello stivale, tra Bova, Roghudi, Palizzi e Gallicianò è una delle enclave più antiche di parlanti greci al di fuori della Grecia. Qui, alcune comunità hanno mantenuto viva la lingua greca antica, Il dialetto Grecanico, un raro tesoro linguistico che risale all’antichità classica.

La storia della Calabria grecanica risale all’VIII secolo a.C., quando coloni greci sono giunti nella regione. Nel corso dei secoli, la lingua e la cultura greca sono state tramandate attraverso le generazioni, nonostante le influenze dell’Italia circostante. Oggi, la Calabria grecanica è un luogo di grande interesse per gli studiosi e i linguisti, che viaggiano in quest’area per studiare la sopravvivenza del greco antico e delle sue varietà linguistiche.

L’arbëreshë nel cosentino

La lingua arbëreshë è una varietà di albanese parlata da diverse comunità nel territorio calabrese. L’arbëreshë rappresenta un tesoro linguistico unico che testimonia la storia e l’influenza degli arbëreshë, un gruppo di albanesi che migrarono in questa regione secoli fa.

Origine e storica migrazione

L’arbereshe trova le sue radici nelle varietà di albanese parlate dai membri delle comunità arbëreshë, un gruppo di albanesi che fuggì dalla dominazione ottomana del XV secolo e si stabilì nella regione calabrese per preservare la propria cultura e lingua. A seguito della loro migrazione, l’arbereshe si sviluppò come un insieme di varietà albanesi influenzate dalla lingua italiana e dalle lingue dei popoli con cui entrarono in contatto. Questa fusione di elementi linguistici ha dato vita a una lingua unica che conserva tracce dell’antico albanese e delle lingue romanze.

Diffusione in Calabria

Le comunità arbereshe si sono stabilite in diverse zone della Calabria, tra cui i comuni di San Basile, Frascineto, Lungro, San Benedetto Ullano e Santa Sofia d’Epiro. Queste comunità hanno preservato la lingua arbereshe attraverso generazioni, grazie ai loro sforzi per mantenere viva la propria cultura e tramandarla alle generazioni future. Le scuole, le associazioni culturali e le chiese arbëreshe svolgono un ruolo fondamentale nel mantenere in vita l’arbereshe, organizzando corsi di lingua e eventi culturali per le nuove generazioni interessate a imparare e preservare questa lingua unica.

Ruolo nella cultura e nell’identità locale:

L’arbereshe è un elemento chiave della cultura e dell’identità calabrese. La lingua è profondamente legata alle tradizioni musicali, balli folkloristici e usanze locali come Le Vallie arbëreshe. Le canzoni e i canti popolari in lingua arbereshe sono espressioni artistiche che abbracciano la storia, le feste religiose e le esperienze quotidiane delle comunità arbëreshe. La lingua arbereshe testimonia anche la resilienza di queste comunità, che sono riuscite a preservare la propria identità durante i secoli nonostante le influenze esterne.

Le sfide delle lingue minoritarie

Nonostante il loro valore culturale e storico, le lingue minoritarie come l’occitano,l’ arbëreshë e il greco antico affrontano una serie di sfide. Uno dei principali problemi è l’assimilazione linguistica, poiché le nuove generazioni spesso optano per lingue più comuni o riconosciute a livello nazionale. Inoltre, una limitata disponibilità di risorse e di sostegno governativo può mettere a rischio la sopravvivenza di queste lingue.

È importante riconoscere l’importanza di preservare e valorizzare la diversità linguistica. Gli sforzi per documentare e insegnare queste lingue minoritarie sono fondamentali per mantenere vive le tradizioni e la ricca storia delle comunità che le parlano.

La Calabria dell’occitano a Guardia Piemontese, dell’arbëreshë nel cosentino e del greco antico nella Calabria grecanica sono tre esempi affascinanti di lingue minoritarie che resistono nel corso dei secoli. Rappresentano la testimonianza di culture radicate nella storia e offrono una finestra unica sul passato. È fondamentale sostenere e preservare queste lingue, affinché possano continuare a ispirare, educare e connettere le comunità che le parlano, nonché il mondo in cui viviamo.

Sabina

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