La Candilora

Il 2 febbraio si celebra “la Candilora”.
Questa festa cristiana in Calabria è molto sentita.

Le origini

Essa venne introdotta nel VII secolo dalla Chiesa orientale per festeggiare la presentazione di Gesù al Tempio quaranta giorni dopo la sua nascita.

Pur essendo una festa cristiana non mancano in questo giorno richiami all’antica festa del fuoco di matrice pagana.
Questa era una cerimonia di purificazione in cui le donne passavano per la città con delle candele accese per purificare appunto gli abitanti.

La luce di Cristo

La ricorrenza si tramutò poi nella Candelora: in Chiesa vengono benedette le candele che saranno poi conservate e usate per il rito della luce nella notte di Pasqua. È Cristo che illumina il mondo.

In alcuni paesi dove il giorno dopo la Candelora viene festeggiato San Biagio, quelle stesse candele sono utilizzate per la benedizione della gola.

La superstizione

In molte regioni poi si crede che il giorno della Candelora sia perfetto per togliere il malocchio.

Alcuni studiosi ritengono che in passato questa data segnasse la fine dell’inverno e l’inizio della Primavera, non a caso un detto Calabrese recita:” di la Candilora lu mbiernu è fora”.

Tradizione culinaria

La festa cade in un periodo in cui i Calabresi si dedicavano alla macellazione del maiale. È prossima al periodo del digiuno quaresimale per cui la tradizione vuole che in questo giorno le tavole dei calabresi siano imbandite con piatti a base di carne, carne che sarà poi vietata in Quaresima. Allora via libera alle scorpacciate prima delle ristrettezze della Pasqua.
Gli antichi ci hanno consegnato un proverbio che tra il serio e il faceto sottolinea l’importanza delle tradizioni culinarie di questo giorno :”di la candilora cu non ava carni si mpegna la figghiola”

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Sabina Maiolo

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